giovedì 14 settembre 2023

Dove sei? In cerca dei luoghi di Dio

 

Fuori dal paradiso l’umanità si ritrovò esule ed errante. Rimane una nostalgia infinita e il desiderio di ritrovare quel Dio che ci ha plasmato e infuso il soffio della vita. Inizia così la ricerca del paradiso perduto e del Dio che vi inabita.

Anche Dio ha perduto la sua creatura e prova la nostalgia di quando, alla brezza della sera, scendeva nel giardino per incontrare l’uomo e la donna. Il giorno in cui non li trovò, perché nascosti, lanciò un grido d’angoscia: “Dove sei?”. Non una domanda inquisitoria, fu un grido di dolore. Da allora Dio ha continuato a chiedersi: “Dove sei?”, e si è messo in cammino, alla ricerca dell’uomo e della donna.

È una lunga, sofferta, appassionata ricerca l’uno dell’altro. Ognuno - Dio e l’umanità - ha intrapreso il proprio viaggio in un itinerario dall’esito incognito. Avverrà mai rincontro? E dove e quando?

Ho ripreso in mano il libro scritto nel 2016 - "Dove sei? In carca dei luoghi di Dio", editrice Rogate - e ne faccio oggetto del ritiro che per tutta la settimana sto dando alle suore della casa di riposo che sono accanto a noi.

Ho ricordato che il libro è frutto dei “Dialoghi su Dio” tenuti nel 2014 nei locali della chiesa di sant’Eustachio a Roma. Esso però è nato 40 anni prima. Ed è sempre attuale!

Era il luglio del 1974. Avevo 26 anni. Mi trovavo a Roma da un anno e mi stavo preparando al sacerdozio. Al Centro Mariapoli di Rocca di Papa si teneva l’VIII Congresso internazionale del “Movimento Gen”. Non mi era consentito parteciparvi, perché non ero un “gen”. Quando seppi che Chiara Lubich avrebbe parlato non mi feci nessuno scrupolo e andai ad ascoltarla. Fu facile mimetizzarmi con gli altri, senza che nessuno notasse la mia presenza.

Da allora ho letto infinite volte quel discorso di Chiara, ma mi è sempre sembrato diverso da come mi si impresse in cuore quel giorno.

«Quest’anno - iniziava - mi sembra che Gesù voglia vi ripeta una “parola” che è risuonata come uno squillo, trent’anni fa... [si riferiva alla sua esperienza iniziale] È una parola grande più del mare... E la parola che Gesù vuol dire oggi, in questo secolo, agli uomini; ed egli desidera che tutti, dal primo all’ultimo, noi siamo canali, eco di essa».

Secondo quanto oggi leggo in quel discorso, Chiara avrebbe pronunciato soltanto quattro volte il lemma “parola”. A me sembrò che lo ripetesse in continuazione. I pochi attimi trascorsi nel formulare quelle brevi frasi mi parvero un tempo infinito, ed ebbi l’impressione di venire portato in uno spazio sconfinato. Sentivo crescere l’attesa per lo svelamento di quel-

la “parola”. Il desiderio di conoscere quella “parola” misteriosa aveva teso al massimo le corde della mente e l’anima fu dilatata per essere capace di accogliere la rivelazione: «Questa parola è Lui stesso: Dio».

Quella “parola” - Dio - fu un improvviso bagliore di luce e di fuoco. Rimasi nella sospensione. Mi trovai come avvolto da quella realtà: Dio. Era come se sentissi pronunciare per la prima volta quella “parola”, la prima volta che l’avvertivo così potente, così vasta, senza confini, assoluta: “Dio”.

Mai più ho sentito pronunciare quella parola - Dio - con quella intensità, con quella forza sconvolgente. Non l’ho più sentita pronunciare in quel modo, ma mi è rimasta dentro come allora.

Chiara proseguiva nel suo discorso: «Ed eccomi a svelarvi chi è Dio... Dio è Amore». Spiegò dove avremmo potuto trovarlo. Da quel giorno ho preso a cercarlo là dove lei mi aveva indicato, a riflettere su quali fossero i “luoghi” della sua presenza, le “fonti del divino”, come lei le aveva chiamate, a cui avrei potuto abbeverarmi. Questo libro ne è un piccolo frutto.

«Se ci venisse chiesto - proseguì allora Chiara -: qual è il vostro ideale? Noi dovremmo rispondere: Dio». In quel momento Dio era veramente il mio ideale, l’ideale di tutti quei giovani in mezzo ai quali mi trovavo.

S’era realizzato quello che lei stessa diceva di aver percepito una volta terminato il suo discorso: mentre parlavo «eravamo veramente un’unità e spero che Dio abbia visto una cascata di Lui in mezzo a noi». Era stata un’autentica cascata. Quella “parola”, Dio, la sua realtà, si era riversata su di noi segnandoci per sempre. Ho scritto questo libro 40 anni dopo, ma il seme fu seminato quel luglio 1974.

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