Abbiamo lasciato Loreto verso l’ultima tappa del nostro ritiro.
La Santa Casa è quella dov’è è avvenuta l’incarnazione del Verbo, ma per estensione fa pensare alla casa della Santa Famiglia e qui trovano ispirazione tutte le famiglie… anche la nostra “famiglia religiosa”.
La nostra fraternità è certamente una famiglia, che presenta
dei tratti fortemente teologali come quella della Santa Famiglia. È adunata nel nome del Signore e «gode della
sua presenza (Mt 18,20)» (PC 15); non nasce
da carne e da sangue, ma da volere di Dio (cf Gv 1,12-13).
Questa forte impronta teologale della fraternità dei
consacrati non esclude il riferimento alla famiglia naturale, proprio nella sua
specifica dimensione umana. Gesù stesso ha parlato della sua comunità - i Dodici e i discepoli - come di
una vera famiglia: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di
Dio, costui è mio fratello, sorella e madre» (Mc 3,34-35). Anche la famiglia di
Nazareth, pur essendo una famiglia del tutto particolare, appariva come una
famiglia comune: nella sua straordinarietà restava una famiglia come le altre.
Proprio parlando della famiglia di Nazareth l’istruzione Congregavit
nos in unum la propone come modello della famiglia religiosa: «La Madre del
Signore contribuirà a configurare le comunità religiose al modello della “sua”
famiglia, la Famiglia di Nazareth, luogo al quale le comunità religiose devono
spesso spiritualmente recarsi, perché là il Vangelo della comunione e della
fraternità è stato vissuto in modo ammirabile» (n. 18).
La famiglia di Nazareth è insieme soprannaturale e naturale,
ad essa tutti possiamo guardare per imparare una comunione sempre più concreta e profonda.
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