“Emmanuele”, Dio con noi: è il nome
dato a Gesù all’inizio del Vangelo di Matteo.
“Io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo”: è la promessa che Gesù ci lascia al termina del Vangelo.
“Dove sono due o
tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”: è la realtà profonda
della Chiesa che Gesù ci svela, proprio a metà Vangelo.
Cos’è la Chiesa? È
Gesù presente tra quanti sono uniti nel tuo nome, ossia in lui, nel suo amore,
nella comune volontà di sposare la sua causa e di adempiere le esigenze che essa
comporta. La correzione fraterna, di cui parla subito prima del “dove due o più”, è
una esigenza e una conseguenza dell’amore reciproco, così come il perdono
fraterno di cui parla subito dopo. Se ci si ama ci si aiuta a camminare
sulla sua via e ci si perdona gli uni gli altri, sapendo che tutti possiamo sbagliare.
Quando si esercita questo amore concreto ed esigente egli si rendi presente . Se è presente anche la nostra preghiera è potente, perché egli
stesso prega in noi.
È il nostro sogno,
il sogno di tutte le generazioni cristiane: poter rivivere l’esperienza dei discepoli
quando egli era in mezzo a loro; poter stare con lui, ascoltare la sua parola,
vivere della sua vita, seguirlo per le vie del mondo… È un’utopia? No, è
realtà! Possiamo ancora averlo tra noi.
Crediamo nella sua
presenza eucaristica, abbiamo imparato ad ascoltarlo nella proclamazione della
parola di Dio, sappiamo riconoscerlo nei suoi ministri e nei fratelli, specialmente
nei piccoli e nei poveri. Ma forse non crediamo abbastanza che egli è realmente
presente in mezzo a noi come lo era tra i discepoli lungo le strade della
Galilea. Riserbiamo, giustamente, la parola “presenza reale” di Gesù all’Eucaristia,
eppure la sua presenza tra quanti sono uniti nel suo nome non è meno “reale”. Possiamo
averlo con noi in casa, nei nostri ambienti di lavoro e di svago, renderlo presente
nella società… Basta che lì dove siamo viviamo il comandamento dell’amore
reciproco.
Se a volte, quando
siamo insieme, non avvertiamo questa presenza forse è perché siamo uniti per tanti
motivi pur buoni, come il lavoro, lo studio, l’apostolato, ma non siamo uniti
per lui, “nel suo nome”, dall’amore. Quando invece ogni nostro incontro è
motivato proprio dall’amore, allora egli è lì presente, luce, gioia, forza, e tutto
intorno a noi inonda della sua presenza e crea una comunità viva e ardente. Egli vuole
continuare a camminare ancora per le nostre strade, tra la nostra gente. E noi
vogliamo averlo ancora tra noi.
Nessun commento:
Posta un commento