Quando eravamo ragazzi e sentivamo parlare dell’“apparecchio alla buona morte” facevamo subito il gesto dell’aereo in volo… Giocavamo sull’equivoco del nome, non sapendo che il termine non è equivoco ma univoco, lo stesso e con lo stesso significato. L’apparecchio è la messa insieme di più elementi e anche l’aereo, come tutti gli altri apparecchi, un assemblaggio di pezzi. Come l’apparecchio alla buona morte è un assemblaggio di tanti atteggiamenti che ci preparano alla buona morte.
L’apparecchio alla buona morte era una pratica
legata alle “Massime eterne”, che ricordava al cristiano che prima o poi doveva
morire e che quindi era opportuno prepararsi mettendo insieme – apparecchiando,
assemblando – tante buone pratiche. Il libro di sant’Alfonso de Liguori con
questo titolo – Apparecchio alla buona morte – è un classico: raccomanda
la preghiera, la perseveranza, la confidenza nel patrocinio di Maria
Santissima, l’amore di Dio, la santa comunione, l’uniformità alla volontà di
Dio… Davvero un buon apparato! Il ricordo della morte, con il quale inizia il libro,
è un po’ macabro per i gusti di oggi, ma occorre calarsi nel suo tempo e nella
predicazione teatrale di allora. In maniera più sobria chissà se non farebbe
bene anche a noi rivolgere ogni tanto un Pensiero alla morte – titolo
che Paolo VI, con una sensibilità più vicina alla nostra, ha dato al suo stupendo
testamento spirituale. Non potrebbe essere il 2 novembre, Commemorazione di
tutti i fedeli defunti, un’occasione buona per alzare un po’ il nostro
sguardo… fino al Cielo?
L’apparecchiare ci richiama un gesto ben più
semplice e quotidiano: il preparare la tavola – mettere insieme piatti, posate,
bicchieri… Apparecchiare la tavola il 2 novembre? In alcune regioni d’Italia lo
fanno, pensando che i defunti vengano a magiare con noi… Già i nostri antichi Romani
facevano i banchetti sulle tombe dei defunti o le libagioni, quasi per
continuare a condividere il vivere insieme. Anche Gesù ci ha detto che nel
Regno dei cieli ci siederemo tutti insieme a tavola!
Il 2 novembre non è dunque principalmente il Pensiero alla morte, ma il Pensiero ai defunti, che sentiamo vicini, vivi, presenti. Ai fedeli, ricordiamo nel Prefazio della Commemorazione, “la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo”.
Loro ci hanno sempre presenti, oggi anche noi li teniamo presenti…
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