lunedì 1 novembre 2021

L’apparecchio alla buona morte e la tavola apparecchiata

 


Quando eravamo ragazzi e sentivamo parlare dell’“apparecchio alla buona morte” facevamo subito il gesto dell’aereo in volo… Giocavamo sull’equivoco del nome, non sapendo che il termine non è equivoco ma univoco, lo stesso e con lo stesso significato. L’apparecchio è la messa insieme di più elementi e anche l’aereo, come tutti gli altri apparecchi, un assemblaggio di pezzi. Come l’apparecchio alla buona morte è un assemblaggio di tanti atteggiamenti che ci preparano alla buona morte.

L’apparecchio alla buona morte era una pratica legata alle “Massime eterne”, che ricordava al cristiano che prima o poi doveva morire e che quindi era opportuno prepararsi mettendo insieme – apparecchiando, assemblando – tante buone pratiche. Il libro di sant’Alfonso de Liguori con questo titolo – Apparecchio alla buona morte – è un classico: raccomanda la preghiera, la perseveranza, la confidenza nel patrocinio di Maria Santissima, l’amore di Dio, la santa comunione, l’uniformità alla volontà di Dio… Davvero un buon apparato! Il ricordo della morte, con il quale inizia il libro, è un po’ macabro per i gusti di oggi, ma occorre calarsi nel suo tempo e nella predicazione teatrale di allora. In maniera più sobria chissà se non farebbe bene anche a noi rivolgere ogni tanto un Pensiero alla morte – titolo che Paolo VI, con una sensibilità più vicina alla nostra, ha dato al suo stupendo testamento spirituale. Non potrebbe essere il 2 novembre, Commemorazione di tutti i fedeli defunti, un’occasione buona per alzare un po’ il nostro sguardo… fino al Cielo?

L’apparecchiare ci richiama un gesto ben più semplice e quotidiano: il preparare la tavola – mettere insieme piatti, posate, bicchieri… Apparecchiare la tavola il 2 novembre? In alcune regioni d’Italia lo fanno, pensando che i defunti vengano a magiare con noi… Già i nostri antichi Romani facevano i banchetti sulle tombe dei defunti o le libagioni, quasi per continuare a condividere il vivere insieme. Anche Gesù ci ha detto che nel Regno dei cieli ci siederemo tutti insieme a tavola!

Il 2 novembre non è dunque principalmente il Pensiero alla morte, ma il Pensiero ai defunti, che sentiamo vicini, vivi, presenti. Ai fedeli, ricordiamo nel Prefazio della Commemorazione, “la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo”. 

Loro ci hanno sempre presenti, oggi anche noi li teniamo presenti…


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