La preparazione per il Convegno dei laici oblati si sta intensificando. Angelica
Ciccone lo attende con gioia e trepidazione:
Eccolo lì, l’obiettivo, davanti a noi. Abbiamo gioia ed emozione, speranza e trepidazione che ci scorrono nelle vene, condivisa con i nostri fratelli di altre nazioni, di altri continenti. Figli di una stessa vocazione, alla missione, alla comunione, guardiamo il mondo con gli stessi occhi, quelli di Cristo crocifisso. E lì dove siamo facciamo fiorire il carisma con le nostre vite, profondamente radicate nel mondo. Abbiamo famiglie, amici, colleghi; abbiamo un lavoro e una vita sociale. Ogni giorno ci impegniamo per evangelizzare con gioia questo mondo intorno a noi partendo dalla nostra povertà e accompagnando la povertà degli altri. E ogni giorno sappiamo che centinaia di fratelli e sorelle ad ogni latitudine combattono la stessa nostra battaglia, vivono la vita con lo stesso nostro zelo per la salvezza delle anime, per la salvezza del mondo.
Siamo laici oblati, parte di una sola
famiglia grande quanto il mondo. Non perché condividiamo gli stessi geni, neppure
perché ci siamo scelti o perché siamo i migliori. Siamo Oblati perché Dio ci ha
messo nel cuore questa chiamata, ha plasmato la nostra esistenza come più di
200 anni fa aveva fatto con Eugenio. Siamo Oblati perché ci stanno a cuore i
poveri, ci sta a cuore la missione e l’annuncio di Cristo, ci sta a cuore
l’amore tra noi. Tanti fratelli ci hanno preceduto, in modi diversi: Candido,
Paolo, Louis, Daisy, Gabriella, Enzo, Rolando, e con loro altre centinaia. Ci
hanno tracciato la strada per poter essere sempre più responsabili, sempre più
protagonisti della missione che ci è stata donata. Ora tocca a noi continuare a
costruire la nostra identità e la nostra vocazione, e rendere luminosa, insieme
agli Oblati consacrati, la bellezza di questo carisma. Ancora duecento giorni e
ci incontreremo, e ci riconosceremo. E sarà l’aurora di un giorno nuovo per
tutti noi.
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