Il Vangelo della vedova che dà tutto quello
che ha per vivere è straordinario. La prima lettura, della vedova di Sarepta,
prepara il Vangelo e fa intuire che anche alla vedova che dà l’offerta al
tempio niente verrà a mancare. È lei al centro del racconto e, con il suo
silenzio, ci offre un insegnamento profondissimo.
Ma forse oggi il nostro sguardo può
rivolgersi verso Gesù che sta seduto con calma di fronte al tesoro e osserva
come la folla vi gettava le monete. Anche tre giorni prima, entrato la sera nel
tempio “aveva osservato ogni cosa intorno” (11, 11). Non è anche questo un
grande insegnamento? Prima di parlare, prima di agire, Gesù osserva, si prende
il tempo per entrare nel cuore delle persone, per capirle, per discernere. Per
questo ogni suo dire cade a pennello ed è efficace.
C’è ancora un’altra parte del Vangelo di questa
domenica sulla quale vale la pena fermarsi, quella che precede il racconto
della vedova: il forte rimprovero rivolto agli scribi. Mi ha colpito il
commento che ne ha fatto Tonino Trigiani su Il Vangelo del giorno. Chi
conosce Tanino sa che è troppo buono, per questo scrive: “Le ammonizioni di
Gesù non vanno prese come un semplice rimprovero. Lui spazza via tutto quanto
non è secondo il pensiero di Dio, ma nello stesso tempo suscita desideri nuovi,
un bisogno di autenticità, la voglia di cambiare e ricominciare una vita più
degna”. Tonino mette in luce, ancora una volta, l’amore di Gesù che ci invita a
cambiare vita e ci addita la candida radicalità della vedova.
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