sabato 5 giugno 2021

La processione del Corpus Domini

Penso alle mie tante processioni del Corpus Domini, da quelle della mia città a quelle con Giovanni Paolo II per le vie di Roma. Nel 2012 ero a Toronto in Canada, nel 2016 ad Aix in Francia, nel 2017 in Polonia… 

Ma quest'anno, come lo scorso anno, niente processione, complice la pandemia.

Ma la vera processione è un’altra, quella che dovremmo fare al termine di ogni Messa: portare ovunque Gesù e renderlo presente a casa, nell’ambiente di lavoro, nelle istituzioni sociali, nei luoghi della nostra vita quotidiana, possiamo. Gesù non si fa eucaristia per restare in chiesa, ma per uscire per le strade, per dilatarsi sul mondo intero e lievitarlo verso i cieli nuovi e la terra nuova.

Egli ci trasforma in sé perché la nostra vita diventa sacramento della sua presenza in mezzo all’umanità. Le specie eucaristiche si prolungano nella nostra umanità. Come il pane e il vino servono perché Gesù si renda presente nell’Eucaristia, così le nostre persone servono perché egli sia in noi e cammini con noi, fino a che diventiamo noi stessi eucaristia per il mondo.

Una volta moltiplicati i pani Gesù li diede à ai discepoli «perché li distribuissero alla folla». Non è così anche per noi? Dobbiamo portare l’Eucaristia alla folla. Forse è questa la vera processione del Corpus Domini.

La messa comincia quando finisce. Dovremmo cambiare il congedo e adottare quello di Tonino Bello: «La pace è finita, andate alla Messa».

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