Penso alle mie tante processioni del Corpus Domini, da quelle della mia città a quelle con Giovanni Paolo II per le vie di Roma. Nel 2012 ero a Toronto in Canada, nel 2016 ad Aix in Francia, nel 2017 in Polonia…
Ma quest'anno, come lo scorso anno, niente processione, complice la pandemia.
Ma la vera processione è un’altra, quella che dovremmo
fare al termine di ogni Messa: portare ovunque Gesù e renderlo presente a casa,
nell’ambiente di lavoro, nelle istituzioni sociali, nei luoghi della nostra
vita quotidiana, possiamo. Gesù non si fa eucaristia per restare in chiesa, ma
per uscire per le strade, per dilatarsi sul mondo intero e lievitarlo verso i
cieli nuovi e la terra nuova.
Egli ci trasforma in sé perché la nostra vita diventa
sacramento della sua presenza in mezzo all’umanità. Le specie eucaristiche si
prolungano nella nostra umanità. Come il pane e il vino servono perché Gesù si
renda presente nell’Eucaristia, così le nostre persone servono perché egli sia
in noi e cammini con noi, fino a che diventiamo noi stessi eucaristia per il
mondo.
Una volta moltiplicati i pani Gesù li diede à ai
discepoli «perché li distribuissero alla folla». Non è così anche per noi?
Dobbiamo portare l’Eucaristia alla folla. Forse è questa la vera processione
del Corpus Domini.
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