domenica 6 giugno 2021

Dio si compromette - Il mio nuovo libro

 

Estrella è sbarcata a Roma dal Sud America per gli studi. Ragazza solare, brillante. Ha davanti un futuro pieno di progetti e di luce. Ci siamo dati appuntamento con un gruppo di amici in una saletta alla periferia della città. Troviamo la porta chiusa. Nessun problema, ci sediamo per terra nell’angusto spazio di un’aiuola, lungo la strada. L’ambiente è un po’ squallido, le macchine ci sfrecciano davanti. Non siamo abbastanza coperti per il fresco settembrino. Niente comunque ostacola la nostra accalorata conversazione.

D’improvviso, fuori contesto, Estrella mi interpella: “Perché non ci parli delle promesse fatte da Gesù? Mi hanno detto che sono tante!”.

Questo libro, ora edito da Città Nuova, è nato da questa domanda estemporanea di Estrella.

Ogni promessa mette a repentaglio chi la pronuncia, mette in pericolo la sua persona, il suo onore, la sua reputazione. Promettere è “mittere-pro”, mandare avanti, mettere in evidenza, sotto gli occhi dell’altro e quindi rassicurare, dare la parola.

Anche Dio quando promette si mette pienamente in gioco, rischiando il tutto per tutto. In ogni sua promessa si compromette.

Promettendo, Dio chiede una relazione di impegno reciproco, anche se non c’è confronto fra il suo impegno (è Dio!) e il nostro, sempre così fragile, soggetto all’umore, al tradimento…

Egli è fedele comunque, senza tenere conto della nostra controparte. Spesso le sue promesse sono formulate in maniera assoluta: promette e basta, a prescindere dalla nostra risposta. Ogni promessa ha alle spalle il ricordo di quanto è stato promesso. Noi dimentichiamo facilmente, Dio no. Egli ricorda la sua alleanza, il suo patto santo e non viene mai meno alle sue parole.

Nelle pagine di questo nuovo libro mi sono limitato a scegliere alcune promesse di Gesù, come mi chiedeva Estrella, anche se nei Vangeli la parola “promessa” (epangelia) non appare mai (c’è sempre una eccezione, naturalmente: Luca 24, 49), così come non appare nell’Antico Testamento. La parola non c’è perché tutto il Vangelo è una “buona novella”, il grande annuncio della salvezza di Dio; Evangelo e promessa hanno la stessa radice, angel, nel significato di annuncio. Dio non ha bisogno di promettere, semplicemente parla, “dice” e basta: la sua parola è sempre profezia che si attua, promessa efficace, dono gratuito, annuncio di salvezza. L’amore crea.

Ripercorrendo queste poche parole di “buona novella” – scelte seguendo l’ordine dei libri biblici – si comprende ancora di più che la storia dell’umanità e le nostre piccole storie personali di uomini e di donne sono un cammino accompagnato costantemente dalla divina promessa, ripetuta in mille modulazioni: “Sarò con voi, sempre”.

Anche la meta è certa e il suo raggiungimento assicurato da altrettante promesse, a cominciare da quella pronunciata da Gesù in punto di morte e con la morte sancita: “Sarai con me in paradiso”.

Il cammino potrà essere difficile, potremo smarrirci lungo il sentiero. Proprio allora dovremo lasciare che il Vangelo ci ripeta le promesse di Dio e le beatitudini ad esse legate. Il cammino si trasformerà in “santo viaggio”.

Buona lettura!


3 commenti:

  1. So già, per esperienza, che sarà bellissimo leggerti, Fabio. Grazie per questa tua infaticabile voglia di donare! Marina

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  2. Grazie! Sono molto curiosa e non vedo l'ora di leggerlo

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  3. Fabio, già la tua sintesi mi fa bene. Grazie e camminiamo insieme come famigliari di Dio

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