giovedì 27 agosto 2020

Libri d’estate: I fioretti di santa Caterina da Siena


  
Dallo scempio del macero di una gloriosa biblioteca ho salvato pochi libri, tra i quali una antologia di fonti trecentesche su santa Caterina da Siena.
Un libro bello come oggetto, stampato nel 1950.
Naturalmente ancora più belli i testi che rievocano i tempi, le gesta, le parole della santa. 

Vengo così a conoscere scritti di cui ignoravo assolutamente l’esistenza, come le Memorie di Ser Gano il notaio, gli scritti di Bianco di Siena, il Canto del notaio Ser Anastagio di Montalcino, il Transito di Belduccio Canigiani…

Le pagine di Caterina rimangono comunque scritti insuperabili di passione per Cristo, la Chiesa, i peccatori, gli amici fedeli…, oltre che di una insuperabile bellezza letteraria.

Mi ha compito in modo particolare la lettera 53, indirizzata a Monna Agnese Malavolti. Mi ha colpito soprattutto il suo sguardo al Crocifisso che vede confitto in croce non dai chiodi ma dall’amore:

Io Caterina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi legata nel legame della divina carità.
Il quale legame tenne confitto e crivellato Dio-e-uomo in sul legno della santissima croce; perocché ‘l chiodo non era sufficiente a tenerlo se l’amore non l’avesse tenuto.
Questo è quello dolce legame che lega l’anima con Dio e falla essere una cosa con lui; perché l’amore unisce. (…)
Trovando l’amore, e cognosciuto che voi l’averete in voi medesima, non potreste fare che voi non l’amiate. E questo sarà il segno che voi abbiate trovato e comceputo amore, quando vi legherete col legame della carità nel prossimo vostro, amandolo e servendolo caritativamente…

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