sabato 22 agosto 2020

Conoscere e conoscersi



Pietro riconosce in Gesù il Figlio di Dio: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
Gesù riconosce in Simone la Pietra: “Simone, figlio di Giovanni… tu sei Pietro”.
È bello questo conoscersi e riconoscersi. È uno svelarsi l’uno all’altro.
Fin quando Simone non riconosce Gesù per quello che è realmente, neppure Gesù può svelare a Simone quello che è realmente.

Ognuno di noi ha un essere apparente, un volto esteriore e un segreto, un mistero interiore. Ognuno di noi è unico, irrepetibile. Ognuno di noi è una parola che Dio ha pronunciato creandoci e prima ancora, quando ci ha pensato. Abbiamo una vita intera perché quel nome pronunciato da tutta l’eternità possa svelarsi e possiamo passare una vita nell’apparenza, nell’esteriorità, senza che mai venga in evidenza la verità profonda di ciò che siamo realmente.

Ogni nome è una vocazione, una missione. Apparentemente quell’uomo di Bestsaida si chiamava Simone di Giovanni, ma il suo vero nome era Pietro e la sua vera identità data dalla sua vocazione e dalla sua missione, quella di essere una roccia.
Qual è il mio nome segreto? Quello legato alla mia vocazione e alla mia missione. Emergerà finalmente? Quando?
Forse nel momento in cui scopro il nome segreto di Gesù di Nazaret.


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