martedì 1 ottobre 2013

Perché Teresa di Lisieux è patrona delle missioni?


mons. Arsenio Turquetil
Il 14 dicembre 1927 santa Teresa di Gesù Bambino viene dichiarata patrona speciale dei missionari, come S. Francesco Saverio, anche se lei non era mai uscita dal monastero. 
Mons. Ovidio Charlebois 
Perché fu nominata patrona delle missioni? Lo si deve agli Oblati, in particolare a padre Arsenio Turquetil, originario della Normandia. Giovane seminarista si entusiasma per la causa della evangelizzazione degli eschimesi. A 24 anni nel 1900 si imbarca per il vicariato apostolico di Saskatchewan, Canada. Attraversa in canoa il lago Caribou. Dopo un viaggio di sette giorni, fatto in slitta, arriva a prendere contatto con gli Eschimesi per imparare la lingua. Si tratta di una evangelizzazione difficile. Il pessimismo si è diffuso tra i missionari. “Gli Eschimesi, gli Eschimesi - gli dice il superiore - Da più di trent’anni prego Dio di inviare loro un missionario” (Fr. Henri-Marie, Mons. Turquetil et Sainte Thérèse danbs le territoire des esquimaux, in Les Annales … 1932, p. 133).
Quando viene creato il vicariato apostolico di Keewatin, Mons. Ovidio Charlebois omi, vicario apostolico, affida a p. Turquetil l’incarico di tentare di fondare una missione a Chesterfield Inlet, in pieno territorio eschimese, dive vivono gli “Inuits”. Arriva sul posto assieme ad altri due compagni nell’agosto 1912. Vivono un anno di assoluta solitudine in quel deserto di neve e di gelo, senza comunicazioni col resto del mondo. Si sforzano di imparare la lingua senza grammatica e senza un dizionario, solo per mezzo dell’ascolto, della osservazione e delle domande rivolte agli indigeni. Però la burla e il sarcasmo sono frequenti tra gli uditori. Nel novembre 1913 tutti sono colti di sorpresa alla notizia del martirio di due Missionari Oblati  p. Jean-Baptiste Rouvière e p. Guillaume Le Roux. poco lontano da loro. Mons. Charlebois decide di sopprimere la missione, che si presentava sterile e senza futuro.

Frattanto arriva la posta annuale dall’Europa, da Lisieux. Contiene una breve vita di Sr. Teresa di Gesù Bambino e buste di polvere della sua cassa prelevati in occasione della esumazione dei suoi resti mortali. Una santa della sua nativa Normandia, che ha promesso di aiutare i missionari e mantiene la promessa? P. Turquetil dice a Fr. Girard: “Domani mattina, quando gli Eschimesi si troveranno riuniti nella sala per ascoltare il grammofono, io terrò loro una catechesi come si deve. Mentre io parlo loro, tu invocherai Teresina; aprirai i sacchetti e con discrezione spargerai il contenuto sulla testa dei miei uditori”. Il giorno seguente la sorpresa. Lo stregone di Chesterfield, il peggior nemico della Missione, chiede il battesimo, aggiungendo convinto: “Verrò qui tutti i giorni; farò tutto quello che mi dirai, perché non voglio andare all’inferno”.
La sua conversione attirò tanti altri Eschimesi a prepararsi al Battesimo. In visita alla missione di Chesterfield durante l’anno 1923, Mons. Ovidio Charlebois, che anni addietro voleva sopprimere la missione, decide di creare altre stazioni missionarie. A Pointe-aux-Esquimaux sarà costruita la prima chiesa in onore della Beata Teresa di Gesù Bambino.
Il 15 luglio 1925 P. Arsenio Turquetil viene nominato primo prefetto apostolico della Baia di Hudson. La nuova circoscrizione missionaria viene consacrata al patrocinio celeste della nuova Santa, che amava la neve e promise di passare il suo cielo facendo del bene sulla terra. La sua statua posta nella cappella costituisce una attrazione per gli Eschimesi. Mons. Turquetil inaugura l’ospedale “S. Teresa” a Chesterfield, il primo del grande Nord. Lo sviluppo cristiano della zona sorprende la Congregazione di Propaganda Fide, che nel luglio 1931 eleva la missione a Vicariato Apostolico, conferendo il 23 febbraio 1932 la consacrazione episcopale a Mons. Turquetil.
Mons. Charlebois, il “vescovo polare”, nel mese della canonizzazione “della più grande santa dei tempi moderni”, maggio 1925, comunica ad alcuni vicari apostolici del Canadà l’idea di far proclamare la nuova santa patrona delle missioni. Raccoglie 12 firme di adesione. Nel marzo del 1927 le adesione di vescovi di tutto il mondo sono già 232.

Con mirabile sintesi Mons. Charlebois poteva scrivere al Carmelo di Lisieux: “Non c’è da attribuirmi tutto il merito. Ammetto di aver suggerito l’idea e di aver prestato il mio nome… Però, soprattutto, è stata la nostra buona santina che dall’alto dei cieli faceva scendere la sua pioggia di rose, dando esito positivo a tutti i nostri passi. Lei desiderava di cuore essere Patrona dei missionari che tanto amò e per i quali tanto soffrì”.

1 commento:

  1. Sono piena di gratitudine per il racconto che ci dona speranza perchè la piccola Teresa ci indica la via della santità quotidiana ,della confidenza nella Provvidenza che opera in noi ,attimo per attimo .

    RispondiElimina