Sì, apa Pafnunzio parla arabo, nel senso
vero dell’espressione. Nel prossimo mese di marzo è attesa la pubblicazione del
libro con i suoi detti. Nel frattempo esso è stato tradotto e pubblicato in
arabo. Eccone la presentazione dell’arcivescovo Giorgio Lingua, nunzio
apostolico in Giordania e in Iraq:
Apa
Pafnunzio si è ritirato nel deserto, lontano dal mondo per stare solo con Dio.
Eppure la sua vita è così vicina alla nostra. I suoi pensieri sono i nostri
pensieri, le sue paure sono le nostre paure, i suoi sentimenti sono i nostri
sentimenti.
C’è
in ciascuno di noi il desiderio di amare Dio e di farLo amare. Per questo, pur
in mezzo al mondo, abbiamo molte cose da imparare da questo “Padre del deserto”
immaginario.
Innanzitutto
impariamo che per dare Dio agli altri non sono indispensabili un buon microfono
con adeguato sistema di amplificazione, o la posta elettronica e neppure…
facebook! Sono certo ottimi strumenti, ma noi possiamo comunicare Dio soltanto
se L’abbiamo in cuore. Non si tratta di correre dietro le persone, ma di
correre dietro a Dio. Gli altri ci seguiranno se vedranno risplendere in noi la
luce dell’unione con Dio.
Come
possiamo essere uniti a Dio rimanendo nel mondo sempre più frenetico, con tanti
pericoli e preoccupazioni: per i figli, per il lavoro, per la salute, per la
sicurezza? Proprio come apa Pafnunzio il quale, di fronte al pensiero della
morte, si è detto: “Perché invece che attendere la
morte, che forse sarà lontana, non vivere come se l’incontro avvenisse ogni
giorno, ogni sera, ogni ora, adesso?” (cf. p. ….).
L’unione con Dio per noi, che viviamo nel mondo ma non vogliamo
essere del mondo, così come per i monaci del deserto, è quella che si
costruisce in questo momento, facendo non la nostra ma la Sua volontà, offrendo
a Lui tutto quello che abbiamo, poco o tanto che sia, come abbiamo imparato a
pregare fin da bambini: “Ti offro le azioni della giornata, fa che siano tutte
secondo la tua volontà”. Nulla e nessuno ci può impedire di offrire a Dio quella
sofferenza, quel dubbio, quella incertezza, quella preoccupazione, quella discordia,
quell’umiliazione, quell’incomprensione, quella sconfitta ma neppure quella
vittoria, quella gioia, quella soddisfazione, quella pace, quell’armonia che in
questo istante stiamo vivendo.
Basta un secondo per essere uniti a Dio, basta ri-offrirGli quel
dono che ci fa adesso. Ogni attimo, ogni respiro, ogni circostanza, è un dono
di Dio. Se sappiamo riconoscerlo e Gliene siamo grati, restituendo,
confezionato con il nostro amore, quanto ci ha dato, siamo uno con Dio, perché siamo
uno pienamente con la Sua volontà su di noi.
Al contrario, non è sufficiente una vita intera, anche nella più
stretta clausura o nel deserto più remoto, per arrivare all’unione con Dio se
continuiamo a rimanere prigionieri della nostra volontà, attaccati ai nostri
piccoli desideri, e non sappiamo riconoscere che tutto è dono del Suo Amore.
Auguro che la lettura di queste pagine faccia scoprire a tutti che
la vita è un dono e che soltanto ri-donandola a Dio e ai fratelli trova il suo
compimento.
Ringrazio l’autore di queste storielle, P. Fabio Ciardi, per i
tanti spunti di meditazione che ci ha offerto facendoci conoscere le avventure
e i sentimenti di apa Pafnunzio. Lo ringrazio anche perché ha autorizzato la
pubblicazione della versione araba che esce, benché in forma ridotta, ancora
prima di quella italiana finora pubblicata soltanto sul suo blog http://fabiociardi.blogspot.com/.
Ringrazio i monaci di Sant’Ormisda di Alquosh ai quali per primi ho raccontato
le storie di apa Pafnunzio. Il loro vivo interesse mi ha incoraggiato a cercare
una traduzione araba, nella speranza che come ha aiutato me, e loro, possa
toccare il cuore di tanti altri che cercano Dio con cuore sincero, anche in
mezzo ai travagli della vita. Ringrazio, soprattutto, suor Hanan Eshoa che ha
curato la traduzione e questa pubblicazione, arricchendola con originali
illustrazioni esplicative.
Ringrazio, infine, chi ha generosamente offerto la pubblicazione di
questo libretto, senza cercare pubblicità, proprio nello stile di apa Pafnunzio.
"L'assaggio" sul blog mi fa prevedere che ne regalerò/proporrò un po' di copie... Intanto potrei ordinarne subito una in arabo. Non per me, ovviamente!
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