Uno
dei polmoni della città, il parco della Pineta Sacchetti ha un volto un po’ selvaggio.
Quando la famiglia che le dietro il nome edificò la propria villa nel 1600
doveva essere molto curato. Oggi, dopo essere passato al principe Alessandro
Torlonia nel 1861, è finalmente del Comune di Roma e tutti possiamo godercelo.
Pini
stentati, ossuti, contorti, con chiome spelacchiate fanno ombra quanto basta
per passeggiare tranquilli anche sotto il sole d’estate. Il parco prosegue su
terreni sconnessi, tra erbacce che costituiscono una rinomata oasi
naturalistica di notevole importanza (vi sono state censite ben 600 specie
vegetali e 71 specie di uccelli). Si distende a perdita d’occhio, scendendo
lungo la Valle dell'Inferno, per poi risalire su verso il colle Vaticano
(interessante questo accostamento – nel senso che sono contigui – tra Valle
dell’Inferno e Vaticano!).
Mi
immagino i pellegrini di una volta che venivano a Roma sulla tomba di san
Pietro e, giunti quassù, in piena campagna romana, intravedevano per la prima
volta la grande cupola di Michelangelo. Doveva essere un’emozione
straordinaria… come lo è ancora. Non mi stanco mai, passeggiando per la pineta,
dell’apparizione improvvisa di San Pietro, che fa capolino tra le macchie di
verde.
Posso
invitarvi ad una passeggiata?
Si ,a questa passeggiata ,anche se virtuale,vengo volentieri, per intravadere la cupola di San Pietro che scende nella valle dell'inferno .Il Cielo continua la sua traiettoria discendente verso l'umanità per darci la mano a risalire verso il Cielo
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