sabato 5 ottobre 2013

Il fabbro in sinagoga

A spizzichi e a bocconi sto leggendo la Storia di Cristo di Papini. Sono arrivato a Cafarnao, nella sinagoga, in giorno di sabato. Con la sua prosa eccitante e la fervida fantasia Papini descrive le persone presenti per il culto: l’ortolano, il muratore, il pescatore, il mercante, il contadino, il povero… Ecco il fabbro:
Il Fabbro, il buon fabbro del paese, l’uomo nero della fuliggine, nero di polvere e di limatura tutti i giorni, ma oggi, giorno di sabato, lavato, rassettato, colla faccia ancora un po’ fosca ma ripulita, rischiarata, sciacquata ed unta con unguento di poco prezzo (ma nonostante odora come quello dei ricchi); il Fabbro che sta tutti i giorni al fuoco, sudicio e sudato, meno questo giorno, ch’è sabato, e viene alla Sinagoga per ascoltare le antiche parole dell’Antico dei Giorni, del Dio dei suoi padri, e viene per devozione ma viene, anche, perché i suoi parenti, i suoi amici, i suoi vicini ci vanno e li ritrova tutti, e anche, infine, perché la giornata è lunga, tutta questa giornata di festa senza lavoro, senza martello in mano, senza tenaglie, e a Capernaum non c’è altro ritrovo che questo…
Ed ecco finalmente che Gesù si alza, legge alcuni versetti dei Profeti e prende la parola:
Il vecchio testo improvvisamente si trasfigurava, diventava trasparente, attuale per tutti; sembrava una verità nuova, una scoperta fatta da loro, un discorso sentito la prima volta; le parole, accartocciate dall’antichità e risecchite dalla ripetizione, ripigliavan vita e colore; un nuovo sole le dorava ad una ad una, sillaba per sillaba; parole fresche, coniate in quel momento, splendenti a tutti gli occhi come un’impreveduta rivelazione.

Nessun commento:

Posta un commento