“Quando
ancora è mattino, voi vedreste andare una morta a San Pietro ... Ine mi sto
così infino presso all’ora del vespero; e di quello non vorrei uscire né dì, né
notte, infino che io veggo un poco fermato e stabilito questo popolo col padre
loro”. Così scriveva santa Caterina da Siena a fra Raimondo da Capua, il suo
confessore.
Domenica,
dopo pranzo, mi sono seduto all’inizio del parco di Castel Sant’Angelo, davanti
alla statua della santa, con sullo sfondo San Pietro. Me sono la santa immaginata
mentre passava da lì, proveniente dal Panteon.
Allora
non c’era ancora la Cupola di Michelangelo. La basilica era quella di
Costantino. Non c’era via della Conciliazione, area occupata dall’antico Borgo.
C’era santa Caterina…
Oggi
questo è uno degli angoli più suggestivi di Roma: mostra visivamente l’amore e
la maternità di Caterina per la Chiesa, che si esprimeva nel bisogno di
portarsi, anche fisicamente, al centro della cristianità.
La
bellezza estetica del luogo va assieme all’appello che da qui promana a vivere
per la Chiesa.
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