lunedì 14 ottobre 2013

Primavera australe


La mia finestra sul mare

Dopo giorni di pioggia si è levato un cielo tersissimo col vento fresco: una piacevole primavera in questa terra australe. Appena sotto la finestra il mare agitato rumoreggia e le sue acque, prima verdi, si allontano in un blu sempre più profondo.
La chiesa degli Oblati domina dalla collina e chiesa degli Oblati è interamente aperta sul mare. La casa di ritiro, poco più in basso, è adagiata su tappeti d’erba verdissima. La lunga e stretta penisola che fiancheggia e difende dal mare il porto il Durban – si chiama Bluff – è oggi una delle più belle zone residenziali, con spiagge e campi da golf. Dopo la metà del 1800 vi giunsero 143 schiavi catturati dagli Arabi i Zanzibar e liberati da una neve britannica e questo divenne il campo di lavoro del parroco della città, p. Giovanni Battista Sabon. Durban allora aveva una sola parrocchia.
Quando p. Sabon arrivò con il primo gruppo di Oblati nel 1852 era considerato “esperto dell’Africa” perché era stato per un anno in Algeria! Aveva 33 anni. Poiché si ammalò subito, e non riusciva ad apprendere una parola di inglese e quindi non poteva svolgere nessun ministero perché i pochi cattolici erano di lingua inglese, passò un momento di depressione. Ma con l’arrivo degli Indiani, portati a Durban dagli Inglesi a partire dal 1855 per la coltivazione della canna da zucchero, p. Sabon trovò la sua strada. Lui che non era riuscito a imparare l’inglese, né tanto meno lo zulu, imparò subito il tamil. Divenne una persona stimatissima e amata da tutti. Quando morì nel 1885 i funerali furono una apoteosi; era diventato una leggenda.
Qui sul promontorio del Bluff P. Sabon veniva spesso a visitare i poveri pescatori, aprì una missione per loro, poi costruisce una cappella, poi una chiesa più grande… ed ora ecco la bella chiesa di san Francesco Saverio.

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