Apa Pafnunzio avrebbe voluto arrestare la recita
della preghiera di Gesù al Padre al punto in cui era arrivato: “Erano tuoi e li
hai dati a me”. Gli bastava sapersi appartenente a Dio Padre e da lui consegnato
nelle braccia del Figlio. Lì avrebbe voluto dimorare per sempre, era già
paradiso.
Ma a lui, si chiese ad un dato momento, non era
chiesto niente? Doveva soltanto godere di essere stato introdotto nel rapporto
di comunione tra il Padre e il Figlio? Lasciò che le parole di Gesù
proseguissero sulle sue labbra: “Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la
tua parola”.
I discepoli non erano rimasti passivi davanti all’azione del
Signore, si era lasciati coinvolgere accogliendo la sua parola.
In quel punto della preghiera era come se Gesù, prima di
far ritorno al Cielo da dove era stato inviato dal Padre, iniziasse a rendergli
conto dell’esito positivo della missione affidatagli. Con quella intimità e
familiarità che a lui lo legava da tutta l’eternità, poteva rivolgersi con
gioia al Padre per confidargli: “Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato
vengono da te, perché le parole che hai dato a
me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono
uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato”.
Gesù, un nuovo Mosè, aveva detto le parole di Dio -
rivelato come Padre; aveva fatto conoscere la vita e la volontà divina; si era
aperto e si era donato. Il suo piccolo gregge aveva ascoltato la sua voce e lo
aveva seguito; aveva accolto la sua parola, rispondendo con una fede fatta
amore. Non era soltanto adesione della mente alle verità che il Maestro aveva
loro rivelato, ma adesione intera di tutti se stessi a quell’insegnamento, fino
ad informarne la vita, a lasciare che il proprio agire fosse normato da quella
verità. Più ancora, l’accoglienza delle parole di Gesù era adesione alla sua
Persona, perché era lui la Parola, era lui la Verità.
Apa Pafnunzio avrebbe voluto arrestare la recita
della preghiera di Gesù al Padre al punto in cui era arrivato: “hanno creduto…”. Gli bastava credere, essere
innestato in Gesù come un tralcio alla vite, essere nell’amore. Lì avrebbe voluto
dimorare per sempre, era già paradiso.
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