Dopo essere stato nella casa delle Oblate, il mio “pellegrinaggio”
del 9 marzo è continuato fino alla chiesa di Santa Maria Nova, oggi Santa
Francesca Romana. È un pomeriggio assolato anche se le nubi scorrazzano
minacciose. La passeggiata da Tor de’ Specchi fino al Colosseo è una delle più
energizzanti: ti carica di storia e di bellezza. La chiesa di Santa Francesca
Romana è sulla via sacra, tra la basilica di Massenzio e il Colosseo. Il
campanile medievale è degno dei due monumenti dell’antica Roma.
Qui Simon Mago avrebbe sfidato san Pietro con le sue arti magiche;
si conserva la pietra con le impronte delle ginocchia di san Pietro mentre
pregava perché Dio punisse la superbia di Simon Mago… Nell’abside lo splendido
mosaico della metà del 1100 raffigurante
la Vergine in trono con il Bambino.
Qui veniva da bambina Francesca, con la mamma Jacovella de’
Broffedeschi, accompagnandola nella visita alle varie chiese. La chiesa era
tenuta dai Benedettini di Monte Oliveto. Francesca vi trovò il suo primo
direttore spirituale, padre Antonello di Monte Savello, che ben presto si
accorse della vocazione della fanciulla alla vita monastica. Fu poi lui a convincerla
ad accettare la volontà del padre di andare sposa a Lorenzo Ponziani.
Nella cripta la tomba della santa, con il corpo esposto, coperto
da un tulle bianco…
Il 9 marzo di
quattro anni fa Benedetto XVI, pellegrino da santa Francesca Romana come io
oggi, così si rivolgeva alle sue Oblate:
“Il vostro monastero ha una sua peculiarità, che
naturalmente riflette il carisma di santa Francesca Romana. Qui si vive un singolare
equilibrio tra vita religiosa e vita laicale, tra vita nel mondo e fuori dal
mondo. Un modello che non è nato sulla carta, ma nell’esperienza concreta di
una giovane romana: scritto – si direbbe – da Dio stesso nell’esistenza
straordinaria di Francesca, nella sua storia di bambina, di adolescente, di
giovanissima sposa e madre, di donna matura, conquistata da Gesù Cristo, come
direbbe san Paolo. (…)
Anche ai nostri giorni, Roma ha bisogno di donne – e
naturalmente anche di uomini, ma qui voglio sottolineare la dimensione
femminile – donne, dicevo, tutte di Dio e tutte del prossimo; donne capaci di
raccoglimento e di servizio generoso e discreto; donne che sanno obbedire ai
Pastori, ma anche sostenerli e stimolarli con i loro suggerimenti, maturati nel
colloquio con Cristo e nell’esperienza diretta sul campo della carità,
dell’assistenza ai malati, agli emarginati, ai minori in difficoltà”.
Mi piace questa
esigenza del Papa di essere “stimolato dai suggerimenti” delle donne. Che sia
una profezia? Che santa Francesca Romana ispiri il Conclave…
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