La casa della mamma di sant'Eugenio |
Nello stesso tempo sente
l’attrattiva di Dio e la bellezza del cristianesimo. Quando in cattedrale sente
un canonico che inneggia alle vittorie dell’esercito francese, reagisce con la
forza dei suoi vent’anni: Dio è il Dio
anche degli austriaci, degli italiani, dei prussiani «tutti nostri fratelli che
Lui ci ha severamente comandato di amare come figli dello stesso Padre davanti
al quale, come dice l’Apostolo, non c’è alcuna eccezione di persona né di
nazione, dal momento che professiamo la stessa fede».
Il chiostro della cattedrale |
Mi suonano bene queste parole in
questi giorni che sto facendo da guida a cinque studenti Oblati di cinque
diverse nazioni. Stati Uniti, Haiti, Sri Lanka, Polonia, Nigeria.
Due anni più tardi il sentimento
della fraternità cristiana, anzi cattolica, cioè universale, aveva preso
pienamente piede nell’animo di sant’Eugenio: «Una delle cose che maggiormente
mi colpiscono nella religione è la cattolicità, la comunione che c’è tra i
figli di uno stesso Padre il quale, dall’alto del Cielo, accoglie le preghiere
che essi gli rivolgono nello stesso istante e da luoghi tanto diversi. Quando
entro in una chiesa per deporre ai piedi dell’Eterno le mie umili preghiere, il
pensare che sono un membro di questa grande famiglia di cui Dio stesso è il
Capo; il pensare che, in quel momento, sono il rappresentante dei miei
fratelli, che parlo in nome loro e per loro, mi fa spaziare ed elevare l’anima
in un modo che è difficile esprimere. Sento che la missione che compio è degna
della mia origine. Figlio di Dio, provo una dolcezza, una gioia, una pace così
profonda che l’anima ha come il presentimento che, uscita dalle mani di Dio,
non sarà perfettamente felice se non quando, liberata da ogni legame terreno,
potrà volgersi unicamente alla contemplazione del suo creatore».
GRAZIE PER QUESTO BELLISSIMO COMMENTO, CON UN FINALE COSI PROFONDO, DA FAR RICOMINCIARE A CAMMINARE.... ANDANDO AVANTI... ACCOMPAGNATI DALLE PREGHIERE DEI FRATELLI NELLA FEDE.
RispondiElimina