Il Crocifisso della chiesa della Missione ad Aix |
«Posso
dimenticare le lacrime amare che la vista della Croce fece scendere dai miei
occhi un Venerdì santo? Partivano dal cuore, niente poteva fermarle; erano
troppo abbondanti perché mi fosse possibile nasconderle a quelli che come me
assistevano a quella cerimonia toccante… Mai la mia anima fu così appagata, mai
provò tanta gioia. Infatti, in mezzo a quel torrente di lacrime, malgrado il
dolore, o piuttosto, in mezzo al dolore, l’anima si slanciò verso il suo fine
ultimo, Dio, suo unico bene, di cui sentiva vivamente la perdita. Perché dire
di più! Potrei mai esprimere ciò che provai? Il solo ricordo mi riempie di una
dolce pienezza».
Quell’incontro
segnò il momento culminante della conversione. Sentì lo sguardo di Gesù posarsi
su di lui. L’amore col quale Dio da sempre l’aveva amato gli si manifestava qui
e ora.
I suoi
sogni di gloria e di prestigio, la carriera, il palazzo di famiglia, tutto d’improvviso
perse valore. Rimaneva solo Cristo, confitto per sempre nel centro della vita, unica
ragione, unico amore, fonte della vita cristiana, dell’offerta sacerdotale, della
missione apostolica. Gesù Salvatore, nel suo mistero pasquale, diventò il
motivo dominante di tutta la sua vita: amarlo e farlo amare.
La via Crucis passa davanti alla chiesa della Missione |
La via Crucis passa per le vie di Aix |
Venerdì
santo 2013. Qui ad Aix, ho la grazia di rivivere quel momento di luce nel luogo
stesso e nello stesso momento in cui lo sperimentò sant’Eugenio.
La via
crucis di questa mattina per le vie della città non mi è sembrata diversa da
quella che doveva essere stata la via crucis di Gesù duemila anni fa. Come
allora la croce, seguita da un piccolo gruppo di fedeli, è passata per le
strade tra indifferenza, curiosità, qualche segno di devozione.
Questa mattina,
come duemila anni fa passava Gesù, colui che ha attraversato la nostra storia
per farsi carico dei peccati del mondo, crocifiggerli sul legno della croce, bruciarli
con la sua morte e risurrezione.
Passava
come passò nel 1807, quando il suo passaggio non fu vano, quando l’amore fu
accolto e condiviso. Poter dire, con sant’Eugenio:
“Mio Dio…
tu, tu solo ormai sarai l’unico oggetto a cui tenderà ogni mio affetto, ogni
mia azione. Piacere a te, agire per la tua gloria sarà la mia occupazione
quotidiana, l’occupazione di tutti gli istanti della mia vita. Io voglio vivere
solo per te, voglio amare te solo e amare tutto il resto in te e per te”.
Grazie Padre Fabio per le tue parole! Ogni tanto leggere Sant'Eugenio e leggere di Sant'Eugenio rispolvera il mio "charisma"!
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