La preghiera di Gesù continuava a fluire sulle sue
labbra, centellinata a piccoli sorsi come liquore prezioso, capace di
inebriare. E come non poteva inebriare quella parola saporosa: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini
che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me”?
Apa Pafnunzio era colpito soprattutto da quel piccolo gruppo di discepoli che Gesù diceva di avere ricevuto dal Padre. L’idea che gli erano stati affidati dal Padre tornava lungo tutta la preghiera:
Apa Pafnunzio era colpito soprattutto da quel piccolo gruppo di discepoli che Gesù diceva di avere ricevuto dal Padre. L’idea che gli erano stati affidati dal Padre tornava lungo tutta la preghiera:
“Io prego… per coloro che mi hai dato”
“Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai
dato”
“Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con
me…”
Era un’idea ricorrente lungo l’intero Vangelo di Giovanni.
Là dove Gesù si proponeva come pane di vita, rivelava che il Padre vuole
che non si perda nessuno “di quelli che egli mi ha dato”.
Quando Gesù aveva utilizzato per sé la metafora del pastore, aveva spiegato
che le pecore del suo gregge gli erano state date dal Padre: “Il Padre mio me le
ha date…”.
Non aveva detto, in effetti che “Nessuno può venire a me, se non lo attira
il Padre”?
Apa Pafnunzio era incantato al pensiero di essere
stato chiamato dal Padre a seguire Gesù, di sapersi anche lui nel numero di
quelli che il Padre aveva donato a Gesù. Era stato scelto e gli piaceva pensare
di essere un dono che il Padre aveva fatto a Gesù. Se era un dono del Padre egli
doveva ben essere prezioso agli occhi di Gesù. Con quanta cura questi l’avrebbe
custodito: il Padre gliene avrebbe chiesto conto!
Sentiva l’amore del Padre che lo aveva scelto e
donato a Gesù. Sentiva l’amore di Gesù che lo aveva ricevuto come dono prezioso
dal Padre.
Un piccolo numero, un piccolo gregge, i discepoli quelli
che il Padre aveva dato al Figlio. Quell’ultima sera erano dodici appena, anzi
undici perché uno se n’era già andato. Un piccolo gruppo, ma Gesù pregava per
loro perché lo sapeva segno e profezia della comunità futura, che alla fine
avrebbe abbracciato il mondo intero, diventato un solo gregge con un solo
pastore. Il Padre aveva dato tutto al Figlio, e se ora pregava per quegli
undici era perché a partire dalla loro unità il “mondo” giungesse a credere,
perché “tutti” fossero uno.
Apa Pafnunzio non si sentiva un eletto, un
predestinato, ma semplicemente uno strumento d’unità, dato dal Padre a Gesù
perché si potesse compiere il suo disegno.
Gli piaceva tuttavia sapersi un dono del Padre a
Gesù…
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