La mia traversata dello Stretto otto anni fa |
Sant’Agata. La ‘Passio’ del
martirio, risalente alla seconda metà del V secolo, è un romanzo! Agata apparteneva
ad una ricca e nobile famiglia catanese. Sin da piccola sentì nel suo cuore il
desiderio di appartenere totalmente a Cristo e sui 15 anni il vescovo di
Catania accolse la sua richiesta di ricevere il velo rosso delle vergini
consacrate.
Il proconsole di Catania Quinziano,
se ne incapricciò, l’accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi
ordinò che la catturassero e la conducessero al Palazzo Pretorio. Venne conquistato
dalla sua bellezza, ma i suoi tentativi di seduzione non vanno in porto. Dopo un
mese, sottoposta a tentazioni immorali di ogni genere, con festini,
divertimenti osceni, banchetti, Agata rimase fedele. Furioso, il proconsole
imbastì un processo contro di lei. Le vennero stirate le membra, lacerata con
pettini di ferro, scottata con lamine infuocate, tagliati i seni con enormi
tenaglie. Di notte mentre è in preghiera nella cella, le apparve s. Pietro
apostolo, accompagnato da un bambino, che le risanò i seni amputati.
Il proconsole ordinò allora che
venisse bruciata su un letto di carboni ardenti, con lamine arroventate e punte
infuocate. Il fuoco bruciò
le carni, ma non il velo.
Dopo un anno esatto, il 5 febbraio
252, una violenta eruzione dell’Etna minacciava Catania, molti cristiani e
cittadini anche pagani, corsero al suo sepolcro, presero il prodigioso velo che
la ricopriva e lo opposero alla lava di fuoco che si arrestò. Da allora sant’Agata
divenne non soltanto la patrona di Catania, ma la protettrice contro le
eruzioni vulcaniche e poi contro gli incendi.
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