È da alcuni giorni che ho trascurato di trascrivere la comprensione che apa
Pafnunzio ebbe nella lettura della cosiddetta “preghiera sacerdotale” con la
quale Gesù si rivolse al Padre al termine dell’ultima sua cena con i discepoli.
“Ho fatto conoscere
il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo”, ripeté apa Pafnunzio.
Il pensiero andò
subito a Mosé quando, con il gregge di Ietro suo suocero, si era avventurato
oltre il deserto, arrivando al monte Oreb. Lassù, nel roveto ardente, aveva
udito la voce di Dio che lo inviava a liberare il suo popolo. “Ma il popolo mi
chiederà: Come si chiama questo Dio che ti manda?”, gli rispose Mosé. E Dio:
“Io sono colui che sono!”. Mosè aveva fatto conoscere il nome inconoscibile di
Dio.
Ora il Figlio stesso
di Dio era venuto sulla terra per rivelare in pienezza il nome di Dio: “Padre”.
Una rivelazione che era insieme una consegna. Gesù ci introduceva nella
comunione che egli stesso aveva con il suo Padre. Dandocene il nome, ci
autorizzava a chiamarlo, come faceva lui, “Padre”: “Quando pregate dite,
Padre…”. Ci dava il Padre.
Continuando nella
ripetizione della preghiera di Gesù, al suo termine apa Pafnunzio trovò di
nuovo la medesima affermazione, che faceva intendere appieno il senso di quella
rivelazione: “E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere,
perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”.
Gesù, pensò l’apa, ci
fa conoscere il Padre perché questa conoscenza non è soltanto intellettuale, ma
è una comunione che giunge alla partecipazione stessa della vita del Padre.
Apa Pafnunzio ne fu
rapito ed esclamò: “Allora era proprio vero: la rivelazione del nome di Dio e
la possibilità che mi è data di rivolgermi a lui come Padre, porta in me la sua
vita, mi rende autentico figlio di Dio, di natura divina; mi dà lo stesso amore
con il quale il Padre genera il Figlio. L’amore con il quale il Padre ama il
Figlio è in me e quindi il Figlio stesso è in me: sono generato figlio dal
Padre, sono Gesù...”
A tanto era arrivato
l’amor di Dio? Che preghiera generosa e potente quella rivolta da Gesù al
Padre. Nessuna gelosia, piuttosto condivisione piena.
Grazie ,apa Pafnunzio ,sei un grande ! Gesù non è geloso della sua figliolanza ,la dona perchè il suo amore è perfetto e dona tutto ciò che ha .Che gioia per noi! Sempre *1*
RispondiEliminaGrazie Padre Fabio. Certo che questo apa Pafnunzio è un pozzo di vita e sapienza!
RispondiEliminaIl mio grazie sgorga da questa nuova coscienza di essere 'figlio' e dall'affetto che il Padre ha per me, per ciascuno. Quindi anche per mia moglie, per i nostri figli, per il mio collega, per l'autista del bus, per la cassiera del supermercato, per...
Buona giornata e ... alla prossima 'perla' di apa Pafnunzio
Grazie Padre Fabio, non ho tante parole da commentare ,ma le sento mie e per tutti quelli che avviciniamo,
RispondiEliminasapendo che Dio e' Padre di tutti e ci Ama tutti!!!.Specialmente in questi giorni in piena UNITA'con il PAPA,
e la CHIESA .1 Buona giornata.