La nunziatura di Vilnius |
Oggi, festa della cattedra di Pietro, termino il mio viaggio lituano in nunziatura, la rappresentanza del Papa in questa terra, una specie di succursale della sede romana di Pietro.
Al
mio arrivo, più di una settimana fa, la porta della nunziatura si è aperta e ad
accogliermi (e non è un’accoglienza formale, “diplomazia”, anche se questa è
una sede diplomatica) c’erano tutti i suoi membri, quella che si chiama, la
“famiglia” della nunziatura. È proprio la parola appropriata, una famiglia, con
il nunzio, il segretario, le suore, le impiegate, l’uomo tutto fare, l’autista…
Con il nunzio |
Al
momento della partenza sono di nuovo tutti lì, sulla porta, per salutarmi.
Tutti carinissimi, mi hanno introdotto nella loro “famiglia”. A cominciare dal
nunzio, l’arcivescovo Luigi Bonazzi, incontrato ad Haiti, a Cuba… e domani
chissà in quale altra parte del mondo. Perché Pietro sta saldo a Roma (è o non
è la “roccia”?), ma i suoi rappresentanti sono mobili, autentici missionari,
per rendere Pietro presente ovunque: la Chiesa una e universale. È la bellezza
della nostra Chiesa.
Ma ora è tempo per un’altra storia lituana, dal
titolo: Alla ricerca di un abito per ricominciare
Liucija
fece la prima comunione a sette anni, dopo essere stata preparata in segreto,
erano tempo di clandestinità per la Chiesa lituana. Per lei quello fu un
momento di luce intenso. Appena un anno dopo, grazie all’indottrinamento della
scuola, Liucija diventò atea convinta e combattiva. A 13 anni la conversione,
altrettanto profonda e sincera. Poco più tardi, per circostanze che costituiscono
un autentico romanzo, la conoscenza di don Bosco e il racconto dell’esistenza delle
suore Salesiane. “Mi piacerebbe seguire don Bosco – si dice Liucija – e diventare
suora Salesiana! Ma nella Lituania comunista ci saranno ancora le Salesiane
come prima della guerra?”
Con suor Liucija |
Con
i metodi imparati dal KGB inizia una ricerca metodica e intelligente che la
porta a scoprire l’esistenza delle due uniche suore Salesiane ancora vive in
Lituania, due vecchie contadine disperse in due diversi villaggi. Lucia ha
soltanto 16 anni, ma la decisione è presa: sarà come loro. Tutto è pronto per la
vestizione, che dovrebbe avvenire in una chiesetta nel bosco, a porte chiuse.
Ma come fare per la vestizione religiosa senza abito religioso? In quegli anni
indossare l’abito religioso, anche se solo per il tempo della celebrazione,
sembrava un elemento essenziale per una consacrazione religiosa. Nessuno però
ricorda più com’era il vestito delle Salesiane. Ad una delle due vecchie religiose
sopravvissute viene in mente che molti anni prima aveva fatto venire dalla
Cecoslovacchia un abito da Salesiana e l’aveva consegnato ad una amica
dicendole: “Quando morirò mi vestirai con l’abito delle Salesiane. Almeno da
morta voglio dire a tutti che sono una suora. A quel punto la polizia non potrà
più farmi niente!” Ecco che quell’abito salta fuori misteriosamente, lo si
aggiusta alla meglio per Lucia che alta e magra, e avviene la consacrazione
della giovinetta che segretamente – neppure la famiglia deve saperlo perché
groppo pericoloso – diventa sr. Lucia. Terminata la celebrazione sr. Lucia esce
dalla chiesa con il suo vestito normale, ma intanto, quell’abito religioso che
avrebbe dovuto segnare l’estinzione delle Salesiane in Lituania diventa il
segno della loro rinascita.
Da
quando sono venuto in Lituania dodici anni fa, fino ad oggi, sr. Liucija è sempre
stata la mia traduttrice ufficiale per gli incontri con le religiose.
GRAZIE CARISSIMO FABIO,
RispondiEliminaCON TANTA SEMPLICITA E PROFONDITA,
CI HA ACCOMPAGNATO NEL SUO VIAGGIO,
E CI HA FATTO AMARE QUESTE PERSONE
E LUOGHI,COME FOSSIMO PRESENTI.
CONTINUEREMO,A RICORDARLI.....
GRAZIE ANCORA. GILDA.
Anche per me i tuoi resoconti di viaggio sono come un viaggiare con te .Oggi la vicenda di suor Lucia è emozionante e mi infonde speranza .La Chiesa è VIVA .GRAZIE
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