venerdì 22 febbraio 2013

Nella succursale della sede di Pietro e Storie lituane / 2

La nunziatura di Vilnius

Oggi, festa della cattedra di Pietro, termino il mio viaggio lituano in nunziatura, la rappresentanza del Papa in questa terra, una specie di succursale della sede romana di Pietro.

Al mio arrivo, più di una settimana fa, la porta della nunziatura si è aperta e ad accogliermi (e non è un’accoglienza formale, “diplomazia”, anche se questa è una sede diplomatica) c’erano tutti i suoi membri, quella che si chiama, la “famiglia” della nunziatura. È proprio la parola appropriata, una famiglia, con il nunzio, il segretario, le suore, le impiegate, l’uomo tutto fare, l’autista…
Con il nunzio
Al momento della partenza sono di nuovo tutti lì, sulla porta, per salutarmi. Tutti carinissimi, mi hanno introdotto nella loro “famiglia”. A cominciare dal nunzio, l’arcivescovo Luigi Bonazzi, incontrato ad Haiti, a Cuba… e domani chissà in quale altra parte del mondo. Perché Pietro sta saldo a Roma (è o non è la “roccia”?), ma i suoi rappresentanti sono mobili, autentici missionari, per rendere Pietro presente ovunque: la Chiesa una e universale. È la bellezza della nostra Chiesa.

Ma ora è tempo per un’altra storia lituana, dal titolo: Alla ricerca di un abito per ricominciare

Liucija fece la prima comunione a sette anni, dopo essere stata preparata in segreto, erano tempo di clandestinità per la Chiesa lituana. Per lei quello fu un momento di luce intenso. Appena un anno dopo, grazie all’indottrinamento della scuola, Liucija diventò atea convinta e combattiva. A 13 anni la conversione, altrettanto profonda e sincera. Poco più tardi, per circostanze che costituiscono un autentico romanzo, la conoscenza di don Bosco e il racconto dell’esistenza delle suore Salesiane. “Mi piacerebbe seguire don Bosco – si dice Liucija – e diventare suora Salesiana! Ma nella Lituania comunista ci saranno ancora le Salesiane come prima della guerra?”
Con suor Liucija
Con i metodi imparati dal KGB inizia una ricerca metodica e intelligente che la porta a scoprire l’esistenza delle due uniche suore Salesiane ancora vive in Lituania, due vecchie contadine disperse in due diversi villaggi. Lucia ha soltanto 16 anni, ma la decisione è presa: sarà come loro. Tutto è pronto per la vestizione, che dovrebbe avvenire in una chiesetta nel bosco, a porte chiuse. Ma come fare per la vestizione religiosa senza abito religioso? In quegli anni indossare l’abito religioso, anche se solo per il tempo della celebrazione, sembrava un elemento essenziale per una consacrazione religiosa. Nessuno però ricorda più com’era il vestito delle Salesiane. Ad una delle due vecchie religiose sopravvissute viene in mente che molti anni prima aveva fatto venire dalla Cecoslovacchia un abito da Salesiana e l’aveva consegnato ad una amica dicendole: “Quando morirò mi vestirai con l’abito delle Salesiane. Almeno da morta voglio dire a tutti che sono una suora. A quel punto la polizia non potrà più farmi niente!” Ecco che quell’abito salta fuori misteriosamente, lo si aggiusta alla meglio per Lucia che alta e magra, e avviene la consacrazione della giovinetta che segretamente – neppure la famiglia deve saperlo perché groppo pericoloso – diventa sr. Lucia. Terminata la celebrazione sr. Lucia esce dalla chiesa con il suo vestito normale, ma intanto, quell’abito religioso che avrebbe dovuto segnare l’estinzione delle Salesiane in Lituania diventa il segno della loro rinascita.
Da quando sono venuto in Lituania dodici anni fa, fino ad oggi, sr. Liucija è sempre stata la mia traduttrice ufficiale per gli incontri con le religiose.

2 commenti:

  1. GRAZIE CARISSIMO FABIO,
    CON TANTA SEMPLICITA E PROFONDITA,
    CI HA ACCOMPAGNATO NEL SUO VIAGGIO,
    E CI HA FATTO AMARE QUESTE PERSONE
    E LUOGHI,COME FOSSIMO PRESENTI.
    CONTINUEREMO,A RICORDARLI.....
    GRAZIE ANCORA. GILDA.

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  2. Anche per me i tuoi resoconti di viaggio sono come un viaggiare con te .Oggi la vicenda di suor Lucia è emozionante e mi infonde speranza .La Chiesa è VIVA .GRAZIE

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