mercoledì 31 luglio 2024

Tutta la concretezza della spiritualità

 

Una spiritualità è un insieme di linee-guida per il cammino di santità. Non è frutto di un progetto umano, ma un dono che Spirito per tracciare un cammino. È un progetto di santità integrale che penetra tutti gli aspetti della vita. Non riguarda soltanto la preghiera o l’unione con Dio, ma l’intero vissuto concreto. Non tocca soltanto l’anima, ma anche il corpo, la mente, l’affettività, la persona in tutta la sua interezza.

Se poi si tratta di una spiritualità di comunione esso riguarda tutte le dimensioni sociali della vita.

A volte si avverte una disarmonia nella vita delle persone e delle comunità dovuta allo squilibrio tra le diverse componenti di vita: si accentuano alcuni elementi a scapito di altri. A lungo andare si ingenerano, nelle persone e nelle istituzioni, stanchezza, disagio, stress, depressione... 

Ed ecco l’intuizione di Chiara. La spiritualità è vivere l’amore. Ma l’amore ha molte espressioni, è come un diamante che ha molte sfaccettature, è come il rifrangersi della luce bianca attraverso il prisma, che la spalanca nei sette colori dell’iride.

La prima scintilla ispiratrice – l’amore –, si esprime nei “sette aspetti” di vita, che riassumono l’intero vissuto, fino ad incarnarsi nell’economia di comunione, nel movimento politico per l’unità e nelle più varie realtà ecclesiali e sociali che caratterizzano il Movimento. Perché sette? La scoperta di questi aspetti di vita è avvenuta gradualmente. Occorrerebbe raccontarne la storia. Ad un dato momento Chiara legge nel libro dei Proverbi, che «la Sapienza ha costruito la sua casa, ha intagliato le sue dette colonne» (9, 1). Sette, il numero perfetto, il numero della totalità, della completezza.

Così anche oggi ho intrattenuto i vescovi parlando della concretezza dell’amore in tutte le sue espressioni…

Ho parlato anche dei carismi espressione delle varie dimensioni dell’amore e del compito del vescovo, in rilievo nella diocesi la diversità carismatica e aiutare tutti a vivere in proprio carisma come espressione dell’amore, in unità con gli altri, così da generare “luce” per tutta la Chiesa e per il mondo.

Nella diocesi ci sono anche tanti uffici, tante strutture, preposti a compiti particolari: quello per gli affari economici e il sostentamento del clero, quello pastorale, per la liturgia, per il patrimonio artistico, per la catechesi, per la comunicazione… Non potremmo vederli come “colori” di un’unica luce? come espressioni dell’unico amore? E non potremmo aiutare tutti coloro che vi lavorano a sentirsi espressione di un’unica luce, di un unico amore? E quindi a lavora in unità?

Nessun commento:

Posta un commento