lunedì 8 luglio 2024

I santi, capolavori del Santo

 

Piuttosto che della santità, perché non parliamo dei santi? Come faceva l’apostolo Paolo quando si indirizzava ai suoi fedeli: “ai santi che sono in Efeso…”; “a tutti coloro che si trovano in Roma, amati da Dio, chiamati santi”. Erano santi, i primi cristiani, o chiamati a essere santi? In ogni caso erano “amati da Dio”. Su ogni persona Dio ha un sogno, un progetto, unico, irrepetibile, e la storia di ognuno è quella di un cammino per giungere al compimento di quel disegno, che altro non può essere che un capolavoro, se è vero che è pensato da Dio. In quel compimento la piena realizzazione di sé. Quale artista compie questo capolavoro?

I santi e le sante sono opera di colui che gli orientali chiamano l’“iconografo interiore”, cioè lo Spirito Santo e santificatore, l’artista divino che modella l’immagine di Dio e dipinge sui loro volti i tratti del Santo: Gesù. Michelangelo diceva che scolpiva il marmo per togliere il superfluo e far emergere il capolavoro che era nascosto in esso, bastava. Ma noi non siamo un marmo inerte. Perché emerga il divino – la nostra piena umanizzazione – occorre la nostra “collaborazione”, l’esercizio della libertà, del pieno consenso, della docilità: “Fa di me quello che tu vuoi”, direbbe Maria di Nazaret (e ne venne fuori quel capolavoro che sappiamo!).

Ogni mattina, quando mi sveglio, una delle prime cose che faccio è sfogliare l’elenco dei santi del giorni: decine e decine, noti e meno noti… 

Quanti sono i santi? A questo punto occorre distinguere tra i santi e i santi “canonizzati”, quelli che la Chiesa cattolica propone a tutti come modelli. La Chiesa non “fa” i santi, i santi li fa, come abbiamo detto, lo Spirito “Santo”. La Chiesa, dopo una indagine serie e la raccolta di tante testimonianze, riconosce che quella persona si è lasciata guidare dallo Spirito Santo, ha vissuto in maniera profonda il Vangelo, ha seguito fedelmente Gesù, al punto da poterla presentarla come un modello che aiuta a comprendere come essere cristiani autentici: la “mette sugli altari”, come si diceva una volta. Sono tanti i santi perché i modi di vivere il Vangelo sono tanti, diversi secondo i tempi, le culture, le spiritualità, le condizioni di vita…

Ma i santi sono molti di più. Tra di loro – ha scritto Papa Francesco – «può esserci la nostra stessa madre, una nonna o altre persone vicine. Forse la loro vita non è stata sempre perfetta, però, anche in mezzo a imperfezioni e cadute, hanno continuato ad andare avanti e sono piaciute al Signore» (Gaudete et exultate, 3). I santi si nascondono nella vita di ogni giorno. «Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente – continua papa Francesco –: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli… In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio…» (n. 7). Una santità frutto della fiducia nell’azione di Dio, nella convinzione che egli porta a compimento la sua missione in noi, «anche in mezzo ai tuoi errori e ai tuoi momenti negativi, purché tu non abbandoni la via dell’amore e rimanga sempre aperto alla sua azione soprannaturale che purifica e illumina» (n. 24).

 

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