Dai Poggi di sopra con il beato Pietro e dai Poggi di sotto con il beato Giovanni Parenti
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scendiamo decisamente in città.
Ma il nostro
itinerario, alla scoperta del beato Brunetto de’ Rossi, nato nel 1221, dovrebbe
iniziare da Piazza del Popolo a Roma, più esattamente dalla chiesa di Santa
Maria del Popolo. Brunetto da Prato, di famiglia nobile da parte del padre e
della madre, era andato a Roma chissà per quali affari o in pellegrinaggio e
prese a frequentare quella chiesa dove vi erano gli Eremitani di sant’Agostino.
Fu conquistato dalla vita della comunità e chiese di farne parte: aveva 30 anni
quando prese l’abito religioso, nel 1252.
I pratesi, a
conoscenza della santità del loro concittadino tanto dissero e tanto fecero che
riuscirono a farlo tornare a Prato. Naturalmente Brunetto non si fermò in
città, ma cercò un luogo appartato dove potersi ritirare con i suoi compagni.
Finalmente trovò una chiesetta sul Monteferrato.
Il nostro itinerario
ci porta così al chiesino di Cavagliano. La prima costruzione risale al 1217,
ad opera del prete Benvenuto di Lazzaro da Montecuccoli, che vi abitava assieme
alla mamma Bellaccia. Quando la mamma morì cappella e casetta vennero
abbandonate, fino a quando vi arrivò, nel 1254 Brunetto con tre suoi compagni:
fra Giuseppe, fra Guido e fra Donaldo. La chiesetta ora si chiamava Santa Maria
in Monte Maggiore, poi sant’Anna Vecchia. Vi rimasero per 15 anni, fino al
1269.
Il nostro itinerario
deve ora scendere a valle. I pratesi volevano infatti Brunetto e i suoi frati
più vicini alla città e gli costruirono il conventino e la chiesa di sant’Anna
in Giolica. Quivi morì nel 1296: aveva circa 75 anni. Fu sepolto nell’attuale
chiostro, che allora era cimitero. Subito dopo la morte ha goduto del titolo di
beato.
Un’antica sua
raffigurazione si scorge sopra la porta della chiesa, nella parte interna, con
l’iscrizione che ricorda la data della sua morta, 11 marzo.
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