venerdì 12 luglio 2024

Santi a Prato

Tra il 1813 e il 1817 Johann Wolfgang von Goethe scrisse Viaggio in Italia. Dopo 200 anni ecco un nuovo viaggio in Italia alla scoperta della santità. Più modestamente, un viaggio nella valle del Bisenzio…

Il viaggio inizia sulle colline che circondano Prato. Le “montagne di sopra” e le “montagne di sotto”.

La prima testimonianza di santità riconosciuta la troviamo nelle montagne di sopra, a Montepiano, con il Beato Pietro da Montepiano, una figura un po’ leggendaria. Non sappiamo esattamente né da dove viene (Brescia, contado fiorentino?) né le date esatte della vita. Dopo aver vissuto in un romitorio, nel 1005, assieme a un gruppo di discepoli che si uniscono a lui, fonda la Badia di Montepiano, come attesta una lapide posta all'esterno sul muro attiguo alla chiesa. Alcuni dipinti duecenteschi nella Badia attestano una serie di eventi prodigiosi da lui operati e la fama della sua santità.

Il 3 giugno è la data tradizionale nella quale veniva festeggiato il beato.

Il beato Pietro appartiene al movimento di riforma spirituale iniziato da San Giovanni Gualberto (+ 1073), fondatore del monastero di Vallombrosa, per un ritorno alla radicalità della vita monastica benedettina, in un tempo di crisi religiosa del clero.

Due secoli più tardi eccoci sulle montagne di sotto, a Carmignano, con il beato Giovanni Parenti (1180-1250). Nobile. Avvocato. Francescano. Contemporaneo di San Francesco. Sulla lapide esterna nella chiesa di Carmignano è riportata questa epigrafe che sintetizza la sua vita:

Qui dove
BERNARDO da QUINTAVALLE
primizia francescana
eresse un monastero
ricordi questa lapide
il Carmignanese
B.GIOVANNI PARENTI
che fu dei primi scalzi poverelli
difese a viso aperto
contro i temperamenti di frate Elia
MADONNA POVERTA'
peregrinò a piedi nudi
le contrade d'Italia e Spagna
caro a Papi e a Monarchi
ma più a Dio
nel cui nome ed amore
orò pianse pacificò morì serenamente
nell'isola di Corsica
povero com'era vissuto.
29 settembre 1923
Prof. Can. Alfonso Pisaneschi dettò


La famiglia era probabilmente originaria di Borgo San Lorenzo, nel Mugello. Giurista di grande levatura nella città di Civita Castellana, nell’alto Lazio, rimase profondamente colpito dalla morte della moglie, evento drammatico che lo spinse a riflettere profondamente sulla caducità della vita terrena, e dopo aver incontrato il Poverello d’Assisi a Firenze nel 1211 si spogliò di tutti i suoi beni e indossò il saio dei Frati Minori, sembra per mano dello stesso Francesco.

Dal 1219 al 1226 fu ministro provinciale in Spagna, dove evangelizzò molte città, poi alla morte di San Francesco fu richiamato in Italia, e durante il capitolo generale di Assisi del 1227 venne eletto all’unanimità alla guida dell’Ordine. La grande sensibilità lo induceva spesso a sciogliersi in pianto, da cui l’appellativo di “magister lacrimarum”.

Rappresentò la corrente più rigorosa dell’Ordine, che intendeva osservare alla lettera la Regola francescana, e questo lo portò ben presto a scontrarsi con frate Elia. Nel 1232 subì una pesante contestazione da parte della corrente favorevole a frate Elia e annunciò le dimissioni dal proprio incarico. Nel 1233 gli subentrò proprio frate Elia, che rimase in carica fino al 1239.

Dando una straordinaria dimostrazione di umiltà, si rimise in viaggio ed approdò prima in Corsica e poi in Sardegna, dove proseguì la sua missione evangelizzatrice. Secondo una tradizione orale saldamente radicata tra gli abitanti del posto si spense nel convento di Monte Rasu, in provincia di Sassari, tra il 1240 e il 1250, e lì fu sepolto. Il calendario liturgico francescano lo ricorda come beato e ne osserva la memoria il 1° gennaio.

Giuseppe Rigoli, Beato Giovanni Parenti da Carmignano, Arti Grafiche Nutini, Prato 1924.

Alfonso Casu, il Convento di Monte Rasu in Sardegna ed il B. Giovanni Parenti, Tipografia P. Vadès, Cagliari.

Daniela Nucci, Giovanni Parenti. “Magister lacrimarum”, Carmignano 2019.

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