Terminiamo
gli “strumenti della spiritualità collettiva” con “il colloquio”. È bene
controllare, di tempo in tempo, l’andamento del nostro cammino con chi conosce
più di noi la vita dello spirito. Anche Gesù, che pure parlava alle folle, faceva
colloqui con singole persone. È proprio da Lui che occorre imparare a fare i
colloqui.
Per
“ambientarci” ci siamo immersi nella natura, dove tutto è più semplice, anche
guardare con limpidezza la propria anima. Ed eccoci sul laghetto di Welsperg…
Mi
piace, al riguardo, una pagina inedita di Igino Giordani che parla «di
questa creatura che si chiama Chiara… una creatura eccezionale: per me è un
genio. Una volta lo dissi al papa Paolo VI: “Per me Chiara è il genio della
santità”. Dove sta la bellezza di Chiara? È nella semplicità con cui lei si è
messa a vivere il vangelo. Ha preso il vangelo e lo ha preso alla lettera e lo
vive, tutto lì. Perché il cristianesimo, come diceva San Paolo ai Greci, non
sta nella cultura, ma sta nella vita, in alcune leggi della vita che sono molto
semplici. Mi colpì sempre in Chiara la sua unione con Dio. È una creatura la
quale qualunque cosa dica, qualunque cosa faccia è in armonia con la volontà di
Dio. Perciò mi ricordo, quando si andava nei boschi dove si facevano le prime
Mariapoli, coglieva un fiore e ne faceva l'interpretazione più bella, più sublime
che si possa immaginare, perché ci vedeva l'opera di Dio: perché Dio ha fatto
quella corolla, perché Dio ha fatto quelle foglie, perché Dio ha creato la
natura così, perché Dio l'uomo ha fatto così. Dappertutto lei cerca la
presenza dell'amore, di Dio».
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