Un carisma è un dono di Dio offerto in un determinato tempo e
in un preciso ambiente storico e culturale. Per la sua comprensione, oltre ai
luoghi, è dunque fondamentale la conoscenza del contesto ambientale nel quale è
stato vissuto e si è sviluppato. Il teatro della storia è la geografia. Proprio
perché un carisma è un evento storico, esso nasce e cresce in luoghi ben
precisi, la cui conoscenza appare fondamentale per la sua comprensione. Dal
punto di vista metodologico i luoghi aiutano a capire la cultura, la
sensibilità di un fondatore, a “visualizzare” le esperienze delle origini, a
contestualizzare comportamenti e scelte. È nata da qui l’idea del corso
itinerante per Roma alla scoperta dei luoghi dei fondatori.
Ed eccomi a Fiera di Primiero per un percorso analogo,
questa volta alla ricerca dei luoghi che hanno visto nascere l'esperienza
mistica di Chiara Lubich. L’inizio è proprio qui a Fiera, nella chiesa dei Cappuccini, I Cappuccini hanno ormai lasciato il posto alle Clarisse. Come ci stanno bene le figlie di Santa
Chiara nel luogo dove un’altra figlia di santa Chiara è stata rapita dall’amore
di Dio. Sono andato a salutarle, a farmi raccontare la storia del loro
trasferimento da Fabriano a Fiera, e ho loro lasciato il mio libretto su Chiara a
Tonadico: Viaggiando il Paradiso. L’esperienza di luce nel Paradiso’49.
Intanto, con tutto il gruppo, cerchiamo di rivivere quell’esperienza,
oggi. Tutto parla: il sentiero che conduce al torrente, la panchina lungo il
torrente, la catena di montagne che ci circonda, il verde degli alberi…
In quella chiesa abbiamo raccontato la storia degli inizi, lì
dov’è avvenuta. Lì abbiamo nuovamente ascoltato pronunciare la parola “Padre”.
Proprio perché messa sulle labbra dallo Spirito Santo, l’unico che può far dire veramente “Abbà, Padre”, quella parola non fu soltanto una parola, fu realtà,
un’entrata nel Padre:
«Ero, dunque, entrata nel Seno del Padre, che appariva agli occhi dell’anima
(ma è come l’avessi vista con gli occhi fisici) come una voragine immensa,
cosmica. Ed era tutto oro e fiamma sopra, sotto, a destra e a sinistra. (…) Era
infinito, ma mi trovavo a casa».
Fu
un’esperienza non di una singola persona, fu un’esperienza plurale: era nata l’“Anima”,
la vera “Anima Christi”. «E noi non eravamo più noi, ma Lui in noi: Egli Fuoco
divino che consumava le nostre anime diversissime in una terza anima: la sua:
tutta Fuoco».
Quel
16 luglio 1949, a Fiera di Primiero e a Tonadico, il “noi” era costituito da un piccolissimo gruppo
di persone. Oggi siamo in tanti a far parte di quel “noi”.
È
il prodigio che opera l’Eucaristia quando entra in persone disposte a fare
spazio l’una all’altra, nel dono totale di sé – come Gesù nel suo abbandono in
croce. In questo spazio prende posto Gesù che, col suo amore – il Fuoco –,
trasforma tutti in sé: un unico Gesù che vive la nostra vita e opera in noi. «È stato così. Ed ora non posso, non possiamo
più tornare indietro, non possiamo più uscire dal seno del Padre. Questa è per
noi la volontà di Dio».
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