Settembre 1958. A Lourdes, con un grande congresso
mariano, si celebra il centenario delle apparizioni. Chiara Lubich vi prende
parte e scrive per la rivista “Città Nuova” un diario dettagliato, segnando
giorni e ore. Non le è facile seguire le relazioni perché offerte in varie
lingue, «già i soli titoli, però, ci inondano l’anima: “Maria, Regina
vittoriosa di tutte le battaglie di Dio”, “Il regno di Maria condizione
essenziale per l’avvento del Regno di Cristo”, “Lourdes e Fatima”,
“Applicazione pratica del parallelismo fra Maria e la Chiesa”». Lourdes le
appare come una “chiesa-città”. Il sole che splende l’ultimo giorno, il 17
settembre, «ci permette di
vedere la città e soprattutto la grotta nel suo incanto e la basilica nel suo
splendore. (…) a Lourdes Maria ti avvolge da tutte le parti e ti pare che
l’anima sia in un mare di amore. (…) Oh, Lourdes, città di Maria, in te solo
Maria regna madre e regina! (…) Vivendo nel tuo clima di fede e di preghiera,
di amore e di conforto, si comprende il Cielo».
Questo è quanto Chiara vede attorno a sé. Quello che vive
dentro di sé è rimasto inedito, confidato alle pagine del suo diario. Da otto
anni era sotto inchiesta presso il Sant’Uffizio del Vaticano, che stava
vagliando la sua vita e la sua opera. L’anno prima aveva scritto una lettera ai
Focolarini nella quale manifestava il timore che venisse allontanata dal
Movimento, forse mandata in convento. Era comunque convinta che «l’Opera è di
Dio e che per questo anche lo strumento di cui Dio si servì, può esser rimosso».
Nel settembre del 1958 siamo ormai alla vigilia
dell’approvazione, ma la sospensione rimane. Pochi giorni prima, il 5
settembre, su “Città Nuova”, era apparso un suo scritto nel quale confidava che
Dio poteva trovarlo ovunque, ma dove sempre lo trovava era nel dolore, in
qualsiasi dolore, anche in quello che stava vivendo in quel periodo.
E lì a Lourdes sente la solitudine e l’abbandono. Cosa
sarà di lei non lo sa ancora. Al mattino del 15 settembre, mentre si trova
nella sacrestia, al termine della messa, «un campanello, suonato da un ragazzo,
ci fa ritirare lungo il muro». I pensieri le si accavallano e quella
marginalità fisica le sembra un simbolo: la fa sentire come «in una parte molto addentro della Chiesa: come nella Sua
sacristia spirituale… Il nostro posto di ora è ancora catacombale come quel
corridoio e il nostro compito è mariano…».
Nel pomeriggio nel diario annota:
Ore 15.00: Sono sola in camera e un senso di solitudine e di timore mi prende. Ormai non posso più tornar indietro.
Vedo troppo chiaro, Signore, che le cose e le persone che ho lasciato - e parlo di quelle cui sono legata soprannaturalmente - non le posso più considerare. Così sarò fra poco nel prossimo giorno della mia venuta da Te: sola con Te. Ed a Te solo dovrò render conto della mia vita.
Qualche lacrima: Ma che le suore di clausura saranno sempre in questo vuoto nella loro cella? Oh! sì, capisco: questa solitudine sei Tu. Quando mi scegliesti mi offristi in dono il tuo abbandono. Me lo ricordo: era giorno di nozze allora e la mia, forse, più grande felicità, è che son certa che sotto questa veste Ti donasti a me.
È giusto, è vero, lo vuoi Tu, ogni mio atto d'amore per Te Abbandonato. Non piango più: la cameretta si è riempita e dietro la Luce del Tuo Volto ho visto e vedo quelli che T'hanno amato e T'amano così. "Conserva nel Tuo Nome quelli che mi hai dato affinché siano uno come io e Te."
Ore 16,30: Piove. Ci si avvia dall'albergo alla Grotta.
Ore 22,30: Bernardetta ripeteva morendo, alla fine di una
preghiera: "Povera peccatrice, povera peccatrice". E il libro
soggiunge: "Era un disco rotto". Era un disco rotto. Sì, è un disco
rotto. E forse questo disco non s'aggiusta in questa vita. Questo senso di
paura che spesso mi prende e specie quando sono sola: per l'impressione che
qualcosa mi separi da Dio, è un'eterna canzone di dolore... Mi butto in
ginocchio e piango e invoco: Mamma, Mamma, Mamma mia! Ho un po' di voce per chiamarti
perché mi vedo in Te. Anche Tu fosti tanto sola mentre aiutavi la Chiesa a
nascere. Tutto il tuo Bene era al di là. Mamma, Mamma mia! Ma il Sacerdote m'ha
detto di risolvere radicalmente questa cosa. E se a lui obbedisco, obbedisco a
Gesù. "Sì, lo faccio con tutto il cuore". "Ho un solo Sposo
sulla terra..."
Grazie
RispondiEliminaFortissimo, grazie!
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