Questa
mattina il conferimento del ministero del lettorato a due dei nostri giovani e
quello dell’accolitato a tre di essi. Un momento sempre bello. Mi capita sotto
gli occhi l’inizio di un testo che scrissi 40 anni fa e che ho continuato a ripetere
come sempre…
Poter stare
con Gesù! Sedersi con lui la sera a tavola, per la cena, e parlare con lui in
intimità delle proprie cose: nessuno ti sa capire come lui! Ascoltare le sue
parole che colmano il cuore di pace e di gioia: nessuno sa parlare come lui; le
sue sono parole di vita... sono spirito e vita. E poi al mattino rimetterti in
cammino con lui e seguirlo mentre va in mezzo alla gente, tra la folla, a
sanare, a consolare, a insegnare... E poi, nella solitudine della montagna o
nel silenzio del lago, da lui e con lui imparare a pregare il Padre...
Poter stare sempre con Gesù come hanno fatto Andrea, Pietro,
Giacomo, Giovanni... Poterlo seguire sempre e dovunque. Questo è stato il sogno
di tanti cristiani fin dai primi tempi della Chiesa. Ed è stato proprio questo
desiderio vivo e struggente a far nascere un particolare stile di vita tra i
cristiani: la vita consacrata, la vita religiosa.
L’esperienza
profonda ed esaltante di poter stare sempre con Gesù, in quell’intimità tutta
particolare, il poterlo seguire e condividere appieno la sua vita, è
un’esperienza riservata solo agli Apostoli, solo alle donne che seguivano Gesù?
È qualcosa di irrepetibile, finito per sempre, oppure anche noi possiamo rifare
la loro stessa esperienza?
È vero – si
sono ripetute generazioni e generazioni di cristiani – che Gesù dopo la sua
ascensione al cielo non è più tra noi visibilmente, eppure lui, il Signore
Risorto, è ancora presente in mezzo a noi, anche se in maniera misteriosa,
attraverso il suo Spirito. Non ci ha promesso Gesù di essere con noi sempre,
fino alla fine del mondo? Non ci ha promesso di essere presente in mezzo a due
o tre che si riuniscono nel suo nome? Perché allora non tentare di vivere,
nella fede e nello Spirito, l’esperienza che vissero i discepoli di Gesù prima
della Pasqua?
È così che
alcuni cristiani si sono sentiti attratti, come i discepoli di allora, a lasciare
tutto, non per compiere servilmente quello che avevano fatto gli uomini e le
donne che “seguivano Gesù”, ma per vivere nel proprio tempo il loro
attaccamento radicale alla persona di Gesù. È così che nasce la vita religiosa,
nel desiderio di rivivere visibilmente, esistenzialmente, l’esperienza di
coloro che seguivano Gesù lungo le strade della Palestina.
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