Da più di 1500 anni
nell’abazia di Saint-Maurice si prega ininterrottamente. È la più antica abbazia
che ha conservato la presenza continua dei monaci. Fondata nel 515 sulle
reliquie di san Maurizio, comandante della legione romana di stanza nelle
vicinanze, sotto l’alta parete di roccia, lentamente nei secoli si è spostata più
volta di pochi metri, ogni volta le che le pietre che cadevano all’alto la
distruggevano; ogni volte più grande, ogni volta più bella, per accogliere i
pellegrini sempre più numerosi che la visitavano percorrendo la via Francigena.
I monaci sono rimasti lì nonostante gli incendi, la Riforma protestante, il passaggio
di Napoleone…
I monaci non si sono
stancati, come non si è stancato il Signore di chiamarli:
Non stancarti di
chiamarmi.
Anche se io non ti
ascolto,
anche se non rispondo.
Continua a chiamarmi,
Signore.
Grida (non troppo
forte).
Usa tutti i sistemi
(non troppo dolorosi).
Chiamami ancora
come hai già fatto
tante volte.
E non mettermi al dodicesimo
posto.
Chiamami ancora.
Ancora una volta ho
visitato l’abbazia, il suo tesoro testimone di una raffinatissima arte
medievale, il piccolo chiostro silenzioso, le testimonianze di una fede ferma e
costante.
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