Appena arrivato a Saint-Maurice il campanile dell’Abbazia ha iniziato un carillon dolcissimo, seguito da uno scampanio a distesa. Pensavo fosse per me, per darmi il benvenuto: manco da qui dal 2009, e precedentemente, per una trentina d’anni, sono venuto puntualmente ogni estate. Invece le campane erano per la festa dell’Ascensione che qui si celebra oggi, giovedì.
Non nego che ho provato una certa emozione nel
rivedere luoghi tanto cari… Le montagne attorno sono ancora lucenti di nevi...
La Svizzera vista
dall’alto è un giardino… anche vista dal basso! La porta d’ingresso il Monte
Bianco e la catena delle Alpi, ammantati di neve e di nubi, poi le colline, i
fiumi, i laghi, i boschi, i vigneti... E infine gli amici!
È bello iniziare con
il racconto dell’Ascensione il ritiro di questi giorni, che ha come tema: “Non
possiamo non annunciare quello che abbiamo visto e ascoltato”. Le ultime parole
di Gesù prima di salire al cielo hanno un un invito e una promessa: “andate in
tutto il mondo” e “io sono con voi fino alla fine del mondo”, o come abbiamo
letto nel Vangelo di Marco: “essi partirono e predicarono dappertutto”, e “il Signore
agiva insieme con loro”.
È possibile adempiere
la missione che Gesù ci affida… a condizione che sia lui a compierla! Tutto l’impegno
allora è nell’ascoltarlo e seguirlo, nell’averlo in mezzo a noi, così che sia
lui ad operare. Va al cielo proprio per poter essere più vicino a noi. Se fosse
rimasto sulla terra sarebbe stato in un luogo, in un altro… ora invece, da
lassù, può essere quaggiù ovunque. È salito per essere con noi e agire insieme a
noi, come ci assicura il Vangelo di Marco.
Dalla finestra della
mia stanza a Roma vedo la cupola di san Pietro, costruita da Michelangelo. Dalla
finestra della mia stanza qui a Saint-Maurice vedo un’altra cupola, costruita
dal Creatore…
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