Sembra che in questi giorni il
Papa stia facendo un po’ di gaffe. Meno male, è umano! Come tutti noi…
Mercoledì scorsa, al termine dell’udienza, ha salutato personalmente quattro Oblati che si sono presentati come tali, e subito ha detto: “Gli Oblati: sono bravi!”. È una delle sue gaffe? Forse no, anche se p. Antoni, con il suo solito fare, ha risposto: “… qualche volta!”. Ma almeno qualche volta sono bravi!
E i quattro che si sono presentati al Papa sono veramente bravi. Si
sono incontrati dopo 25 anni, dal tempo della loro ordinazione, per festeggiare
insieme questo felice anniversario. Lavorano in posti diversissimi e ognuno è
un capolavoro.
Andrzej vive in mezzo a un insieme impressionante di giovani immigrati da
tutto il mondo e riesce a tenerli uniti. Insegna anche all’università con
studenti e colleghi di tante religioni... e riesce a tenerli uniti, dando e ricevendo.
Nella parrocchia di Jaroslaw si distribuiscono 500 pasti al giorno ai senza tetto, si seguono gli immigrati, si danno degli alloggi… Ci racconta la gioia che alcuni provano nel sentirsi chiamati per nome: da tanti anni non sentivano pronunciare il loro nome.
Pawel ha trasformato
la chiesa di Kiev in una casa per accogliere famiglie senza più casa e senza
più gli uomini, che sono in guerra o morti in guerra… Sugli altari laterali ci
sono le provviste, le coperte, nella cripta il rifugio antiaereo…
Antoni… sta in casa con
noi e sappiamo che è bravo, anche senza che lo dica il Papa…
Non so se gli Oblati sono bravi. Questi quattro lo sono.
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