martedì 2 aprile 2024

Il nostro posto è nello spacco

Su “Rocca” è apparsa una recensione del Diario di Chiara Lubich. Collocando li libro nel progetto editoriale delle opera di Chiara, rileva “la complessità e la potenza di una figura carismatica, che si è distinta nell’arcipelago cristiano sul piano organizzativo, profetico, ecumenico e culturale, un esempio di quel Vangelo annunciato e praticato proprio nel secolo della morte di Dio, del nichilismo e del disincanto”.

Più in particolare, riguardo al volume, lo nota “interessante sotto diversi punti di vista, merita di essere segnalato almeno per due aspetti: il primo riguarda il rapporto tra l’ispirazione e la prassi, quella prassi che proprio un’ispirazione guidata da solidi principi è in grado di attivare; il secondo riguarda il rapporto, parallelo al primo, tra interiore ed esteriore, tra il momento individuale della preghiera e della meditazione e quello collettivo dell’apertura, della relazione, dell’impegno pubblico.

La recensione mette in luce lo stretto legame tra vita interiore e impegno nel mondo: “Lubich utilizzava l’espressione “Castello esteriore”, per indicare la necessità di coniugare il silenzio mistico con la parola, con la pratica comunitaria della fede, con l’uscita nel mondo. Si tratta di due aspetti fondamentali dell’azione di questa personalità straordinaria che ha saputo parlare un po’ a tutti: ai giovani e ai meno giovani, agli umili e ai potenti, ai paesi sviluppati e alle periferie, ai credenti e ai non credenti”.  

Cita in proposito una pagina del 1967: “Noi dobbiamo accendere i focolari nel mondo più mondo, nella diaspora, in mezzo ai fratelli separati ed agli atei … È vero, abbiamo bisogno di cattolici ferventi per aver focolarini sicuri, ma poi il nostro posto è veramente nello spacco. Dio ci ha suscitato per questo e qui porteremo frutto e frutto abbondante”.

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