Siamo alla quarta tappa. Visita alla casa generalizia delle Piccole Sorelle di Gesù nel terreno che Piccola sorella Magdeleine riceve dai monaci Trappisti nel 1957: tante piccole costruzioni in legno, un minuscolo villaggio. Ci guida suor Paola Francesca.
Anche Paolo VI venne a trovare la Piccola sorella il 28 settembre 1973 «Perché sono venuto?», si chiese il Papa: «la risposta è molto facile: per conoscervi. Per conoscere voi, questo centro, la vostra ormai grande famiglia. Anche se vi conosco già da molti anni… Anche se silenziose e in un certo senso invisibili, la Chiesa vi vede, vi vuol bene, vi ama e vi benedice. In nome di quel Gesù che voi amate io vi dico: avete scelto bene! Come Maria, avete scelto la parte migliore. Siate fedeli e felici». Il 22 dicembre 1985 fu la volta di Giovanni Paolo II.
Che
avventura la storia di Magdeleine Hutin. La prima guerra mondiale la priva di
tutta la famiglia. Le rimane la mamma che porta con sé in Algeria, sulle orme
di Charles de Foucauld, I primi 2 anni vivono ad Algeri in pieno quartiere
arabo. La prima fraternità è in una piccola oasi algerina, Touggourt, tra poche
centinaia di nomadi musulmani. Li chiama co-fondatori! Infatti oltre a chiedere
loro consiglio nei dettagli pratici, rilegge con loro il testo delle
Costituzioni.
Dopo aver dato vita alle “fraternità”,
la notte di Natale del 1949, a 10 anni dalla
fondazione, si dimette come responsabile generale per poter percorrere il mondo
alla ricerca delle popolazioni più isolate e delle piccole minoranze,
intraprendendo viaggi per seminare ovunque scintille d’amore e di tenerezza:
piccole fraternità per vivere CON loro, nelle stesse condizioni di vita di chi
ci circonda (abitazione, lavoro, …), condividendo le gioie e le difficoltà di
ogni giorno. «Come
Gesù, durante la sua vita umana, fatti tutta a tutti: araba in mezzo agli
arabi, nomade in mezzo ai nomadi, operaia in mezzo gli operai… ma prima di
tutto umana in mezzo agli esseri umani (…) non metterti ai margini della massa
umana» (1952).
L’atteggiamento
profondo e caratteristico di piccola sorella Magdeleine è riconoscere la
dignità di ogni persona, costruendo ponti di umanità attraverso popoli e
culture diversi: “Sarò felice soltanto quando avrò trovato sulla superficie
della terra la tribù più incompresa, l’uomo più povero, per dirgli: “il Signore
Gesù è tuo fratello e ti ha innalzato fino a lui… e vengo a te perché tu
accetti di essere mio fratello e mio amico” (alle piccole
sorelle 13 febbraio
1951). “Ci
può essere una vera amicizia, un affetto profondo tra persone che non
appartengono né alla stessa religione, né alla stessa razza, né allo stesso
ambiente” (alle piccole
sorelle 12 dicembre 1951).
Forte
di questa esperienza non esita a ‘seminare’ le piccole sorelle nelle piccole
entità dei popoli indigeni in Brasile o in Australia, come nelle fabbriche, nei
circhi, in mezzo ai nomadi sotto le tende nel deserto, come nei carrozzoni dei
Rom, negli ambienti più chiusi come quelli della prostituzione… senza opere
specifiche di apostolato, ma con le caratteristiche della vita contemplativa.
Il
suo sogno: testimoniare l’amore infinito di Dio, la tenerezza del Dio-Bimbo
fragile tra le nostre mani; portare questo messaggio a chi è più lontano, a chi
si trova ai margini perché considerato poco importante o addirittura
non-desiderato.
L’immagine della scintilla che è capace di
provocare un grande incendio, le era cara ed usava proporla per esprimere la
forza contagiosa dell’Amore:
Vorrei amare tutti gli esseri umani del mondo
intero…vorrei mettere una scintilla d’amore in ogni angolo del mondo: in
Egitto, in Brasile, presto in Giappone…una scintilla provoca incendi di boschi
in Provenza. perché non dovrebbe accendere fuochi nel mondo intero? (a p. R. Voillaume 21 ottobre
1947)
Usava riassumere il suo sogno con una parola
UNITÀ: “Se mi si chiedesse di definire in una sola parola la missione della Fraternità,
non esiterei un minuto a gridare: Unità, perché l’unità riassume tutto” (alle piccole
sorelle, 8 dicembre 1962).
Scriveva alle piccole sorelle: “Continuiamo ad amarci
così come siamo, di tutti i paesi, di tutte le razze, con bontà e benevolenza,
nonostante le nostre lacune e i nostri difetti. In questo mondo in cui c’è
tanto odio, dobbiamo essere unite come un blocco incandescente d’amore… Continuiamo
a testimoniare che piccole sorelle africane, americane, asiatiche, europee,
dell’Oceania, orientali… che piccole sorelle d’ambiente operaio e d’ambiente
borghese…possono amarsi con un grande amore, pur essendo lucide sul male del
loro paese e del loro ambiente d’origine” (20 ottobre 1974).
Grazie bellissima testimonianza non conoscevo la storia di queste piccole sorelle.
RispondiElimina