La neve è tornata a scendere sull’Esquilino, come nell’anno 358. La Madonna apparve in sogno nella notte tra il 4 e 5 agosto a Papa Liberio e contemporaneamente al patrizio romano Giovanni, chiedendo loro che venisse edificata una basilica in suo onore nel luogo che avrebbe indicato con un evento miracoloso. Il Papa, recatosi la mattina dopo sul colle Esquilino, lo trovò coperto di neve e vi tracciò il perimetro della chiesa che venne edificata in onore della Madre del Redentore.
Sono andato in basilica ai vespri. Nella processione
che ha attraversato la navata si intravede un vescovo anziano, un po’ curvo,
che si appoggia sul pastorale. Non lo riconosco. Quando inizia a parlare
riconosco subito la voce, è mons. Marini. Lo riconosco soprattutto dal discorso
che fa su Maria nell’insegnamento del Concilio Vaticano II e in Paolo VI.
Al canto del Magnificat dall’alto della
chiesa scendono petali bianchi a ricordo della neve.
Quando la processione torna in sacrestia il
vescovo sembra rinato, ben dritto. “Grazie per quanto ci ha detto” gli grido. “Prego”
mormora lemme lemme ma contento in risposta.
Poi a sera, sulla piazza antistante la
basilica, lo spettacolo che rievoca la nevicata del 5 agosto: la benedizione
iniziale del parroco della vicina chiesa di san Martino ai Monti, ascensioni
acrobatiche, canti lirici, musiche di Morricone, e finalmente la neve
artificiale che fluttua nell’aria. Per terminare con il Canto “Bella tu sei
qual sole…”. Pochissimi i turisti, moltissimi i romani – come me! – contenti di
far festa alla Madonna.
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