domenica 27 agosto 2023

A Genzano con la Scuola Abbà


Questa mattina ho cantato le lodi nel chiostrino dell’antico convento dei Cappuccini a Genzano. Ho avuto l’impressione di ridare senso a quelle mura e a quelle colonne, riportandole alla loro originaria vocazione. Anche se ormai da quasi due anni le giovani suore agostiniane venute dalla Spagna fanno risuonare dei loro canti il luogo santo, attirando giovani e meno giovani…

Ho passato tre giorni in questo luogo incantevole, sul crinale del lago di Nemi, tra lecci secolari, assieme alla Scuola Abbà con la quale, finalmente, riprendiamo gli incontri residenziali. Vale più un’ora a tu per tu che giornate davanti allo schermo e vale anche condividere la preghiera, i momenti di distensione, oltre che di studio e di condivisione intellettuale… Un’autentica convivenza. Compreso i pasti sotto l’antico leccio con una chioma di 25 metri di diametro e 350 anni d’età!

La Scuola Abbà, un’esperienza di cui faccio parte da quasi 30 anni, e che continua a far rivivere l’incanto del Paradiso.

Klaus Hemmerle definiva l’esperienza di questa originalissima “Scuola” intellectus unitatis, una realtà in cui il soggetto non è più l’io chiuso nella sua individualità e nel suo orgoglio intellettuale, ma che si apre al tu e al noi che nasce dalla reciprocità dell’amore. È l’esperienza di fare il vuoto dentro di sé per accogliere l’altro, per farsi uno con l’altro fino ad una autentica unità: si tratta di gettarsi senza riserve in un’esperienza di amore reci­proco che si apra alla Sapienza, frutto della presenza del Risorto. Si tratta di mantenere la mente senza pensieri e l’anima aperta a ciò che si manifesta in modo sempre nuovo. Definiva questa esperienza come un “pensa­re alla rovescia”, cioè pensare a partire non da sé stessi ma partire da ciò che si è fatti dalla grazia di Dio in que­sta esperienza di amore reciproco, che diventa il luogo del pensiero, la luce che potenzia l’intelligenza personale e la spinge verso nuove frontiere.






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