L’8 settembre tanti Oblati hanno fatto la loro oblazione. Nella comunità di via Aurelia 290 sono in venti a celebrare l’anniversario…
Missionari Oblati di Maria
Immacolata. Il papa approva la Congregazione con questo nuovo nome,
inatteso eppure da sempre preparato per questa famiglia che Maria, nel
silenzio, era venuta formandosi. […]
Gli Oblati sono offerti come lei, sul modello di lei.
Offerti da lei e in lei, a lei uniti nella sua stessa adesione a Cristo. Maria
insegna come si vive la morte di Gesù, come ci si unisce a lui nel suo mistero
pasquale, come si diventa suoi cooperatori, come solo passando per questo
mistero di croce si possa diventare padri e madri di anime e generare la
Chiesa. Solo «ispirandosi all’esempio di Maria», leggiamo nella Regola, ci si
potrà mettere «totalmente a servizio della Chiesa e del Regno».
Maria esprime Dio. È la creatura per la quale Dio è il
tutto della vita. Essa riflette perfettamente Dio. Avendo spento in sé tutto l’umano
e tutto il creato, vive nella grande solitudine con Dio, senza appoggio umano.
Ma proprio per questa solitudine, per
questa pienezza di unione con Dio, diventa Madre. Sola e Madre della Chiesa. La
solitudine più alta, la massima fecondità.
Gli Oblati vivranno la loro missione con lei. Da lei
parte la loro cooperazione con Cristo, e a lei deve tornare il frutto del
lavoro apostolico, come afferma Leone XI nel breve di approvazione della
Regola: voi Oblati dovete «portare nel suo seno di Madre di Misericordia i
figli che Cristo dalla croce volle darle». Ecco perché Eugenio quando contempla
Maria, la chiama «Madre della Missione», «Madre di Misericordia», «Scala di
Misericordia», «Nuova Eva», «Corredentrice», «Madre delle anime», «Madre
spirituale di una moltitudine di figli di Dio», «grande nemica dell’impero del
demonio», «Dispensatrice di grazie»...
(e la foto che c’entra? C’entra, c’entra…)
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