Isaia l’aveva
sognato: Dio avrebbe ridato la vista ai ciechi e l’udito ai sordi.
Cecità e sordità, segno della barriera che impedisce la comunicazione, la condivisione, la
comunione, e rinserra nella solitudine.
La sordità impediva l’ascolto della parola di Dio, la cecità la contemplazione delle sue opere. Ragliati fuori dagli uomini e da Dio: è dello smarrimento del cuore.
Ed ecco l’annuncio
del profeta: “Coraggio. Non temete!”, perché Dio interverrà e riaprirà le vie
della comunicazione.
Gesù compie la profezia: fa vedere i ciechi, fa udire i sordi, fa parlare i muti. Basterebbe la parola “Effatà”, “apriti”, e invece usa le mani, la saliva, tocca…
Non è bello questo
Gesù pienamente umano? Potrebbe guarire da lontano e invece si immischia e
condivide, entra in contatto, si sporca…
Quante infermità
fisiche e morali ci portano allo “smarrimento del cuore”, all’angoscia, al
senso di impotenza! Gesù è lì che ripete: “Coraggio! Non temete!”. E si fa uno
con noi, assumendo la nostra povera carne con tutte le sue debolezze, ridandoci vita.
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