sabato 22 febbraio 2020

Perfetti come il Padre?



“… siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. “… siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. (Mt 5, 38-48)

Perfetti come il Padre? Impossibile. Cosa mai ci chiede Gesù? O non sa chi è il Padre, la cui perfezione non ha fine (sembra invece che lo sappia bene: è suo Figlio!), o non sa chi siamo noi, infinitamente imperfetti (lo sa bene, è uomo come noi!).
La risposta sta nell’altra richiesta: “… siate figli del Padre vostro che è nei cieli”.
È proprio questo il dono che Gesù è venuto a portarci, la figliolanza divina.
Siamo figli di Dio, esclama l’apostolo Giovanni meravigliato di tanta grandezza: “e lo siamo realmente!” (1 Gv 3, 1)

Queste due parole, che troviamo nel discorso della montagna, si rispecchiano l’una nell’altra.
Possiamo essere “perfetti” come il Padre perché ci ha fatti figli suoi, e i figli somigliano il padre…

Ma in cosa consiste la “perfezione” del Padre?
Ce lo spiega subito Matteo: consiste in un amore premuroso, che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Luca nel suo Vangelo, al posto di “perfetti” come il Padre dice di essere “misericordiosi” come il Padre.
Per Gesù la grandezza del Padre sta nell’amare tutti, senza misura.
Anche l’invito rivolto a noi ad essere perfetti come il Padre, in concreto è un invito ad essere misericordiosi, ad amare, a “salutare”, ad avere rapporti positivi con tutti.

Quella parola “siate perfetti” riecheggia anche un’altra parola della Scrittura: “Siate santi, come io sono santo” (Lc 19, 2; 1 Pt 1, 15-16).
Santità e amore di misericordia e perfezione sono sinonimi.

Senza fare dell’erudizione conviene anche ricordare che in greco la parola perfezione, ha in sé il temine telos, che significa “fine”. La perfezione è raggiungere la meta.
In questo Vangelo Gesù ci indica proprio la meta, che è la santità, ossia vivere l’amore fino in fondo, come Gesù, che ha amato perfino i nemici (“se amate quelli che vi amano… se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?”), come il Padre, che dona indistintamente a tutti.
Qual è dunque la meta del nostro cammino? Somigliare sempre più al Padre, come gli somiglia in tutto Gesù. Fino a quando saremo tutti in Lui, la meta ultima.


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