venerdì 14 febbraio 2020

Conosci te stesso, conosci il fratello




Dopo una feroce tempesta notturna Loppiano si è destata nel più profondo silenzio. Il sole ha dissolto le ultime foschie e ha ridipinto la campagna, i prati, le vigne, i cipressi, i casolari, le colline, in un affresco sobrio e insieme vivace.

Sono qui prima di tutto per contemplare tanta bellezza e armonia. Poi anche per guidare, per tre giorni, le meditazioni a una cinquantina di vescovi provenienti dai Paesi più lontani, dal Venezuela, al Brasile, Tailandia, Corea, Iraq, Etiopia, Madagascar, Congo…
Oggi ho parlato loro del valore e della dignità di ognuno di noi, pensati e amati da Dio, ad uno ad uno, da tutta l’eternità: il suo amore fa sì che siamo indispensabili nel suo disegno di grazia, unici e irrepetibili, insostituibili là dove Dio ci ha messi… Il nostro essere più vero e profondo è dato dallo stare davanti a Dio, come il “tu” di Dio. Non c’è proprio posto per eventuali complessi di inferiorità.


Ho poi ricordato che in questi giorni stiamo celebrando il primo anniversario del Documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” firmato dal Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib, il 4 febbraio 2019. Quel giorno il Papa nel discorso al Founder’s Memorial di Abu Dhabi affermava: «Alla celebre massima antica “conosci te stesso” dobbiamo affiancare “conosci il fratello”: la sua storia, la sua cultura e la sua fede, perché non c’è conoscenza vera di sé senza l’altro. Da uomini, e ancor più da fratelli, ricordiamoci a vicenda che niente di ciò che è umano ci può rimanere estraneo. È importante per l’avvenire formare identità aperte, capaci di vincere la tentazione di ripiegarsi su di sé e irrigidirsi». Ecco allora la necessità del «dialogo quotidiano ed effettivo. Esso presuppone la propria identità, cui non bisogna abdicare per compiacere l’altro. Ma al tempo stesso domanda il coraggio dell’alterità, che comporta il riconoscimento pieno dell’altro e della sua libertà».

Allora è chiaro: se io valgo immensamente, sono irrepetibile… anche chi è accanto a me vale immensamente, è irrepetibile, insostituibile nel posto in cui Dio l’ha collocato: alla celebre massima antica “conosci te stesso” dobbiamo affiancare “conosci il fratello”. L’altro mi sta davanti come il “tu” di Dio e, nella comunione, mi ridona me stesso. Non è il passaggio dall’io al noi, ma il passaggio da Dio a Dio: da Dio in me a Dio nel fratello, che consente di avere Dio tra noi e mi ridona Dio in me.

E a sera il sole continua con le sue pennellate, tingendo le montagne di viola…

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