martedì 4 febbraio 2020

Dalla Madonna di Caravaggio


La campagna della bassa bergamasca è soffusa d’una nebbia che lascia intuire le sagome di alberi ed edifici. Ed ecco un altro dei tanti doni inattesi: Caravaggio! Non avrei mai immaginato che un giorno sarei arrivato fin qui. Le forme mosse dell’imponente chiesa sono sfumate, la torre campanaria non lascia vedere la sua cima che sembra innalzarsi all’infinito.
Dall’antica porta della città si avvia il lungo viale alberato che porta al santuario mariano.
Chissà perché sono pervaso da tanta gioia.
Un grande porticato abbraccia l’ampia distesa che fronteggia il santuario. Sarà suggestione della nebbia, ma sembra immenso. La storia è semplice: una povera donna, maltrattata dal marito, si trova in quel campo a falciare l’erba quando le appare la Madonna. Tutto qui. Eppure nel cuore del santuario, in basso, dove è sgorgata la sorgente, si avverte una presenza.
Quante persone in preghiera! Sembra un paradiso…


Poco distante la chiesa e il convento di san Bernardino, del 1400, appena restaurato, con affreschi d’una bellezza sorprendente: un autentico gioiello d’arte.
Che dono!


Continuano intanto a giungere messaggi sull’incontro del giorno precedente a Bergamo:
Desidero ancora ringraziarti di cuore per quanto ci hai donato con appassionato convincimento sabato a Bergamo. In questi giorni ho continuato a meditare sulle quattro parole che esprimono il carisma dell’unità che hai postato sul tuo blog e le ho trovate così incisivamente efficaci che ho pensato di offrirle al gruppo “Ripensare la politica” che a cui abbiamo recentemente dato vita…

Un membro di un Movimento ecclesiale:
Innanzitutto mi ha colpito la vicinanza con un carisma (il vostro) che, proposto e vissuto a partire da un'esperienza semplice e personale, ha l'audacia e il desiderio di avere a che fare con il tutto: il tutto della persona, il tutto della Chiesa, il tutto della realtà. E mi ha colpito come questo emergesse non come pretesa o ambizione, ma come riconoscimento grato di un dono ricevuto, da parte di chi parlava, con umiltà…
Mi chiedevo perché mi sentissi così a casa. Credo di poter dire che 10 anni fa, questa condizione di immedesimazione e amicizia non sarebbe stata possibile. Il cammino fatto in questi anni, il nostro come il Vostro, ci ha sicuramente resi più umili e desiderosi di camminare insieme. Questo l'ho visto anche in Voi e mi ha molto colpito e confortato.
Buon cammino, che dopo sabato, sento più comunionale…

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