lunedì 17 febbraio 2020

Narrare il carisma... a Ciciliano




Ciciliano. Mai sentito nominare? Neanch’io, fino ad oggi.
Un borgo medievale arroccato attorno ad un castello, in mezzo ai monti tiburtini e prenestini. Venendo da Castelmadama appare d’improvviso lassù, quasi sospeso per aria.
Un piccolo gioiello tutto sassi e pietre con vedute ampie: la Mentorella, i paesi lontani...
Al “Centro Oreb” svolgo una conversazione sulle edizioni delle opere di un fondatore. Le mie lezioni di sempre… che incantano sempre, non per quello che dico, ma per il soggetto: i carismi sono sempre i carismi.
Non mi stanco di ripetere che il carisma di un fondatore è una “esperienza” e quindi per sua natura dinamica, un processo evolutivo che difficilmente si presta a essere circoscritto in schemi o definizioni. Più che una formula esso è una storia, azione concreta dello Spirito nella vita di una persona che si lascia condurre per vie nuove. Prima di una definizione il carisma è la narrazione di una storia.

È certamente legittimo, anzi doveroso, enucleare le componenti del carisma e articolarle in modo da consentirne una sempre maggiore comprensione. Ma non si può pretendere di fissare una volta per tutte il carisma che, al pari dello Spirito che lo dona, sfugge per sua natura alla definizione e rimane dinamico. Non si può definire la vita. Il carisma può essere compreso per esperienza, per grazia, partecipando al suo intrinseco dinamismo. Ogni sua formulazione dovrà essere riletta alla luce del cammino storico percorso dal fondatore e, dopo di lui, dall’intera Famiglia nata da lui. Avviene qualcosa di analogo a quanto accade per le formule di fede. Esse esprimono la Buona Novella secondo un movimento che va dal Vangelo, un racconto, al Credo, una serie di enunciati. Ma il Credo dovrà sempre essere riletto alla luce del Vangelo, compiendo così il percorso inverso: dal Credo al Vangelo.
Ogni generazione è chiamata a rileggere la storia del suo fondatore e a reinterpretarla. È chiamata a guardare al proprio passato come alle proprie radici, così da poter estendere con sempre maggiore forza i rami dell’albero da esse generato e portare frutto nell’oggi. L’albero vive delle sue radici. Si legge il passato per interpretare il presente e per preparare in modo creativo il futuro: un fondatore non rimane indietro, cammina davanti a noi.

Saper narrare le proprie origini vuol dire cogliere il carisma nel suo divenire. Si comprende come Dio ha preparato un fondatore o una fondatrice nel periodo precedente l’ispirazione, si rivivono i momenti della illuminazione, si ripercorre con lui il cammino evolutivo, fino ad intuirne gli elementi fondamentali che emergono dalla narrazione. In definitiva, si coglie il filo genetico del carisma e ciò che lo caratterizza. È una riflessione sulla storia.
Come dunque si trasmette il carisma? Narrando una storia. Dobbiamo imparare ad essere dei fabulatori.

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