lunedì 3 febbraio 2020

A Bergamo con il figlio del "Venditore di accendini"


   
“Ti aspetto in cima alle scale della stazione. Tu non mi conosci, ma io sì!”
Da lontano, in cima alle scale, vedo una suora con un mezzo di fiori, pronta ad accogliere e omaggiare qualcuno: la superiora generale? In ogni caso non è Franca che scorgo poco dopo e che mi accoglie non con i fiori, ma con un sorriso tutto focolarino e con il marito accanto.
Due passi nel centro di Bergamo, un pranzo condito di tante notizie e subito in una sala magnifica, nel prestigioso palazzo dei congressi. L’evento inizia alle 15.00, ma alle 13.30 c’è già chi arriva, sistema i fiori, i microfoni e tutti che salutano con calore. Non conosco nessuno, ma c’è chi mi ringrazia, chi mi ricorda che ci siamo visti lì, là, tanti anni fa… Ho la gioia di ritrovare pochi ma carissimi amici che non vedevo da anni annorum.
La sala si riempie in fretta, quasi 500 persone. Il vescovo della città non potrà essere presente alla manifestazione, ma è venuto comunque a dare il suo caloroso saluto a tutti.

Racconto le solite cose, ma con tutta la convinzione possibile e trovo un profondissimo ascolto. La prima ora è andata, in un soffio.
Dopo l’intervallo tre altri interventi, naturalmente più brevi, ma intensi, incisivi, sulla pedagogia di Chiara Lubich, l’economia di comunione, il dialogo del Movimento dei Focolari con l’Islam. I primi due interventi sono di due professori universitari, Ivo Lizzola e Giacomo Bailetti; il terzo… 
sorpresa! È Abdoulaye Mbodj, primo avvocato africano del foro ambrosiano. La sorpresa è riconoscere in --- il musulmano figlio del “Venditore di accendini”, l’immigrato senegalese di cui avevo letto la storia nel libro intitolato appunto Venditore di accendini, che racconta di un uomo intraprendente che, vendendo accendini, riesce a far venire in Italia la sua famiglia e a far studiare il figlio… che adesso è un brillante avvocato di Milano!


Alla fine, per festeggiare, saliamo con la funicolare alla città alta.
Eccomi finalmente a passeggiare nell’antica Bergamo medievale, una città austera, silenziosa, con strade pavimentate d’un impossibile ciottolato, i monumenti solenni e contenuti, ammorbiditi dal buio della notte.
Fa da contrasto la vivacità del piccolo gruppo di persone che mi accompagna e che non può contenere la gioia esplosa poco prima in sala…



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