domenica 2 giugno 2013

I missionari di una volta nelle distese del Canada


Giunsero a Ottawa nel 1844, tre anni dopo il loro arrivo in Canada. Allora la cittadina, 6, 7 mila abitanti, si chiamava Bytown. Sant’Eugenio era particolarmente contento: è “una città che ha un avvenire” scriveva, perché grazie ai numerosi corsi d’acqua, si potrà partire da lì per evangelizzare l’Ovest e il Nord. In effetti da Ottawa gli Oblati giunsero fino al Pacifico e all’Artico. Proprio due giorni fa è stato consacrato un altro Oblato, Anthony Wieslaw Krótki, vescovo degli eschimesi a Churchill, nella Baia d’Husdon, al circolo polare.
Nel 1847 la città divenne sede vescovile e p. Guigues fu nominato primo vescovo. Costruì la bellissima cattedrale e trasformò molte missioni in parrocchie. Nel 1848 creò anche un collegio, divenuto nel 1866, con decreto regale della regina Vittoria, l’università di Ottawa; nel 1889 Leone XII conferì il titolo di università pontificia, poi passato all’attuale università St. Paul, distintasi dall’università di Ottawa.
Gli Oblati in città crebbero di numero in proporzione alle molte opere che furono loro affidate: nel 1966 erano 475, compresi un 150 studenti di teologia.
Questi ultimi ebbero il loro bel collegio nel 1885, la casa che oggi si chiama edificio Deschâtelets, dove sono ospite questi giorni. Erano i tempi gloriosi nei quali da qui i giovani Oblati partivano per tutto il Canada.
Una di queste sere, con i professori, siamo stati a La Blanche, un piccolo chalet su un lago, quanto rimane dei grandi capannoni dove gli studenti Oblati passavano le calde e umidi estate di Ottawa. Partivano con le canoe, e dopo due giorni di viaggio arrivavano sul lago. Le foto d’epoca testimoniano quei felici tempi andati. Raccontano che si passava la notte della festa dell’Assunta sulle canoe, sul lago, con le torce accese. Su una canoa era istallato l’armonium e si cantavano le lodi a Maria. La gente veniva dai dintorni e si fermava sulla riva del lago e godere lo spettacolo.

Ho in mano la lunga e bella lettera nella quale, in data 19 ottobre 1843, il vescovo di Montreal - che aveva invitato gli Oblati in Canada – chiede a sant’Eugenio di mandare gli Oblati a Bytown (Ottawa):

A Bytown gli Oblati troveranno migliaia di uomini che si spostano e lavorano per abbattere le immense frontiere che costeggiano grande fiume bello e magnifico che si chiama Ottawa, tutte persone degne dello zelo dei vostri figli. Da là i vostri uomini apostolici potranno partire per andare ad evangelizzare i cantieri, in ognuno dei quali ci sono dalle 4 alle 5 cento persone che lavorano per cinque o sei anni consecutivi nella foresta ad abbattere gli alberi che vengono venduti a Québec e a Montréal e da lì esportati in gran parte in Inghilterra. Ogni cantiere è come uno dei vostri villaggi della Francia. Occorre percorrere 60 o 80 leghe per raggiungerli, sulla neve d’interno o risalendo le rapide d’estate. Non possiamo mandare parroci a questi campi volanti, occorrono missionari che d’inverno visitino gli uomini nei cantieri e in primavera li aspettino lungo i fiumi dove fanno navigare il legname. Penso che non ci siano persone che abbiano bisogno di missionari più di queste pecore perdute…. Vi sono poi i territori di caccia degli indigeni, che errano per le foreste per la maggior parte dell’anno e che si riuniscono in determinati momenti nei posti di commercio. Anche con loro dovranno lavorare i missionari…

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