“Mi
ha preso per mano… e l’ho seguito ciecamente”.
Si
chiude con queste parole il libro della vita della Piccola Sorella Maddalena di
Gesù, che ho letto d’un soffio.
Mi
ha condotto prima in Algeria, nel deserto, tra gli arabi e i beduini, luoghi
dove ella avrebbe voluto passare tutta la vita. Poi, la svolta: gli orizzonti
si allargano e proprio qui in Provence, il 26 luglio 1946, comprende che la
Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù, fino ad allora consacrata
esclusivamente all’Islam, avrebbe dovuto trasformarsi in “Fraternità
universale, consacrata al mondo intero”. Così il libro mi ha condotto attraverso
tutti i continenti dove la Piccola Sorella Maddalena si è recata per accendere
“scintille d’amore” per incendiare il mondo intero, e dove ha lasciato
centinaia di piccole fraternità di suore che vivono e lavorano con semplicità
accanto alla gente semplice: sono loro le “scintille d’amore” che suor
Maddalena ha lasciato ovunque è passata.
Ha
viaggiato anche nell’Est europeo, in Cina, in Vietnam, attratta dai Paesi
comunisti, lasciando anche lì “scintille d’amore”, presenze silenziose delle
sue suore. Ma avrebbe voluto fare tanto di più questo mondo chiuso alla
religione, e che continuava ad ergere barriere; era il suo sogno. Il muro di
Berlino cadde il giorno dei suoi funerali! Aveva dato la vita perché il fuoco
del Vangelo non conoscesse barriere.
Soprattutto
il libro mi ha accompagnato lungo il cammino interiore di questa donna
straordinaria, innamorata di Gesù, che avrebbe voluto fare innamorare tutti di lui,
facendosi vicina alle persone più semplici, più emarginate, senza escludere
nessuno, condividendo la vita di tutti: “Vivere immersa nella massa umana come
lievito nella pasta”.
“Vorrei
amare tutti le persone del mondo intero... Vi supplico, amate tutti… i ricchi e
i poveri… i grandi e i piccoli. Abbiate un amore di predilezione per i più
poveri… ma amate anche i ricchi… Amate i vostri fratelli, tutti i vostri
fratelli, senza riserva e senza eccezione, con l’Amore di Cristo che soffre e
muore sulla croce per tutti gli uomini”
Una
donna che continuava a ripetere alle sue suore che, prima di essere religiose,
avrebbero dovuto essere “perfettamente e interamente umane e cristiane”: “Siate
un sorriso sul mondo…”
L’amore
che ha ovunque diffuso aveva una chiara metà: l’unità: “Non bisogna
accontentarsi di parlare d’amore fraterno. Occorre parlare d’unità nell’amore
perché sempre più mi rendo conto che questo è lo spirito più puro del Vangelo,
lo spirito più puro di Cristo, che nel suo ultimo messaggio prima di morire ha
detto: Che siano uno come noi siamo uno, io in essi e tu in me perché siano
consumati nell’unità”.
“Se
mi si desse una sola parola per definire la missione della Fraternità, direi:
unità”; così nel suo diario, il 31 agosto 1954.
Ho
letto questo libro d’un fiato dopo aver visitato la famosa casa a Le Tubet, qui
ad Aix-en-Provence, che la Piccola Sorella Maddalena aprì nel 1941 come luogo
di formazione delle prime ragazze che volevano seguirla. Da allora questa casa è
diventata un centro importante per tutte le Fraternità delle Piccole Sorelle di
Gesù. Qui ha vissuto ed è morto René Voillaume, fondatore dei Piccoli Fratelli
di Gesù.
Adesso
vi sono molte suore anziane, tornate qui per gli ultimi alla della loro vita
dai Paesi più lontani. Ho celebrato loro la messa. Nel Vangelo del giorno Gesù
raccomandava di andare ovunque ad annunciare il suo Regno, con semplicità,
povertà, leggerezza. Negli occhi di queste suore anziani ho visto brillare la
semplicità e la gioia evangelica chiesta da Gesù ai suoi discepoli.
Nessun commento:
Posta un commento