Ma
cosa ci faccio ad Aix?
I colori della Provenza: la lavanda |
Quello
che gli Oblati fanno qui da 200 anni: accolgo le persone nella Chiesa della
Missione, celebro la messa, confesso nella saletta accanto al presbiterio…
La Regola del
1818 dedica un lungo capitolo a questo sacramento: “Perché Gesù Cristo… ha affidato a noi questa
parola di riconciliazione se non perché venga applicata efficacemente ai
peccatori… così che siano veramente riconciliati con Dio? Ci ha affidato il
ministero della riconciliazione, perché Dio stesso, in Cristo, riconciliava a
sé il mondo, senza tener conto dei peccati degli uomini e ponendo in noi la
parola di riconciliazione… I missionari accolgano sempre i peccatori con una
carità inestinguibile; sappiano incoraggiarli… mostrando loro un cuore pieno di
compassione; li trattino, in una parola, come vorrebbero esser trattati essi
stessi, se fossero nella loro triste condizione”.
I colori della Provenza: grano e ginestre |
I colori della Provenza: grano e papaveri |
Gli Oblati, fino al tempo dell’espulsione del 1903,
partivano da questa casa per predicare le missioni, aiutavano i parroci della
città. Erano cappellani di ospedali, caserme e prigioni. Accompagnavano al
patibolo i condannati a morte. La casa ospitava la Conferenza di san Vincenzo
di Paoli, aiutavano le famiglie poveri, i ragazzi carbonai che venivano dalla
Savoia. Un posto particolare in tutte queste attività l’ebbe p. Ippolito Courtès,
superiore per 40 anni. Diede uno straordinario esempio di donazione di sé
durante l’epidemia di colera del 1835: per più di un mese si mise notte e giorno
a servizio dei lamati e dei moribondi con un gruppo di laici.
La chiesa fu sempre centro di preghiera e di
confessioni. Anche dopo le leggi di espulsioni del 1880, quando la chiesa fu
chiusa e sigillata, la gente continuava a frequentarla passando per la casa
degli Oblati
La seconda espulsione, quella del 1903, fu più
violenta. La polizia si presentò in comunità alle 5,15 del mattino, in modo che
la gente non potesse reagire. Tutti i mobili furono sequestrati e venduti.
Eppure nel 1907 gli Oblati erano di nuovo ad Aix, come semplici cittadini, in
una casa a un centinaio di metri dalla chiesa, fin quando, dopo la prima guerra
mondiale, l’11 luglio 1922, riaprirono la chiesa della Missione, sigillata dal
1880.
Il
cardinal
Rodrigue Villeneuve, oblato canadese, di passaggio ad Aix nel 1939, scrisse:
“la chiesa mi sembra una missione permanente. Si confessa di continuo”
A proposito delle Piccole Sorelle dei Poveri. Quella che poi divenne la
loro casa del Tubet, era stata comprata dagli Oblati nel 1939, perché i
Fratelli coltivassero gli orti che servivano al mantenimento della comunità.
Una volta che in quella casa nacque la congregazione delle suore, padre Benjamin
Salel, che era lì con i Fratelli, rimase per un po’ di tempo come cappellano delle
suore.
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