Non si può tornare a casa da un
viaggio senza un souvenir. Anche questa volta, lasciando la Corsica, ho cercato
qualcosa di caratteristico. L’oggetto più comune sono i magnifici coltelli a
serramanico, con scritto sulla lama “Vendetta corsa”, ricordo di antiche faide
che incancrenivano i paesi isolati tra le montagne. I rancori si alimentavano
con il pane che le mamme davano ai bambini: “Mangia e diventa grande, così
potrai vendicare il papà ucciso”.
Storie di tempi andati, che oggi
fanno parte del folclore. Me le hanno rievocate la gente del posto durante una visita
ai luoghi dell’“Apostolo della Corsica”, il missionario Carlo Domenico Albini
che, nella prima metà dell’Ottocento, passava per i villaggi ad annunciare il
Vangelo e a disarmare le vendette. Si ricordano ancora gli epiteti coniati per
alcuni villaggi: Canale-di-Verde, “paese sanguinario” (500 abitanti, al tempo di
Albini, con venti morti ammazzati in quattro anni); Letia, “modello di notorie uccisioni”… Dopo il passaggio del santo le
famiglie nemiche, rintanate per anni in casa, in stato di guerra civile, si
vedevano insieme a passaggio per la via del paese.
Storie di altri tempi. Eppure la
cronaca di casa nostra continua a mostrarci scene di vendetta che, con ferocia
inaudita, si perpetrano sui marciapiedi di casa nostra. È una vendetta che
desta l’esecrazione pubblica, mentre passa sotto silenzio, nella più assoluta
indifferenza, un’altra non meno terribile vendetta strisciante, che si esprime
in piccole ripicche, stalking, volgari diti medi innalzati minacciosi, e che si
alimenta di sordi rancori, di voglia di farsi giustizia da soli, di “te la farò
pagare”. Vendetta socialmente pericolosa come quella che spara o accoltella,
perché inquina cuore e rapporti, ingenerando malessere e violenza diffusa.
“Padre ricunciliatore – ho
sentito cantare in lingua corsa riferendosi al missionario dell’800 – / Ch’elle
sianu finite / Oramai per favore / Fra noi corsi e lite / Dacci di Diu l’amore
/ E saranu suppillite”. Anche il 2000 invoca persone che portino di Dio l’amore,
magari con piccoli gesti semplice, come
soprassedere agli sgarbi ricevuti, rispondere con un sorriso a un
insulto... anche così si disinnesca il clima di odio e di vendetta.
(Foto del mio recente viaggio in Corsica)
GRAZIE PADRE FABIO:
RispondiEliminaDEL COMMENTO DI QUESTI VIAGGI,
CI FA AMARE PERSONE E LUOGHI!!!.